
Rino Foschial Gazzettino: vittoria sul Torino e play off. Quanto è contento?
«Contentissimo. Ma non tanto per il discorso del passato al Toro, ma per il lavoro che ho fatto per il Padova. Abbiamo raggiunto un obiettivo impensabile, sono orgogliosissimo».
Domenica un sassolino dalla scarpa però se lo è tolto, alla luce di come era finita la sua parentesi granata.
«Sicuramente, però non voglio fare polemica. Pensiamo al Padova. Il Torino era candidata per salire direttamente in serie A, e ai play off ci andiamo noi vincendo 2-0».
Nel corso della stagione più volte ha ribadito che questo doveva essere un anno di transizione. Si è andati al di là delle aspettative?
«Alla luce degli infortuni, sì. C’era stato un calo di gioco, si era andati un po’ in confusione. Dopo il derby con il Cittadella era impensabile fare 25 punti, e invece abbiamo raggiunto i play off. Meritatamente, senza rubare niente».
Il cambio di rotta è avvenuto proprio con Dal Canto: come si è arrivati all’ex tecnico della Primavera?
«È stata una soluzione fortemente voluta da me, lo dico a caratteri cubitali. Mi sono confrontato con De Franceschi, ho convinto il presidente Cestaro, e i giocatori a chiamare il presidente. Una scelta fatta prima di Pescara, e ne vado orgoglioso. Sono sicuro che va a completare il grande lavoro che ho fatto al Padova».
E che farà anche l’anno prossimo?
«La mia intenzione è portare a termine il lavoro che mi sono prefissato. E cioè, andare in due anni in serie A».
E se la massima serie arriva già con questi play off?
«Vuole dire che io e il mio gruppo (Sottovia, De Franceschi, Crovari, ndr) ci siamo superati, e siamo stati più veloci della luce. E ci godiamo la A quest’altro anno».
Ma quali garanzie vuole da Cestaro per restare?
«Nessuna. Anno per anno mi sono sempre confrontato con il mio presidente, che è quello che mi paga. Voglio percepire che c’è la massima fiducia».
Quindi, faccia a faccia dopo i play off?
«Di sicuro ci sono queste due partite, e speriamo che ce ne siano altrettante. Poi tiriamo le somme. Ripeto, sono orgoglioso di ciò che sto facendo».
Proiettiamoci al doppio confronto con il Varese: l’avversario più insidioso che poteva capitare?
«Adesso siamo tutti alla pari. Ce la giochiamo, poi vediamo un po’. Ma per come stiamo in questo momento, tutto è possibile».
Qual è l’aspetto che può fare la differenza negli spareggi promozione?
«La testa, e le gambe, oltre alla tranquillità. Le quattro squadre che sono dentro, non dico che siano una sorpresa, però – ripeto – partono alla pari. Quanto a noi, abbiamo dimostrato di stare bene, e sono convinto che è anche merito del mini-ritiro a Malta che ha dato risposte molto positive. Mi pare che fisicamente stiamo meglio delle altre».
Passettino a venerdì. L’episodio a Bresseo con il giornalista de Il Mattino?
«Lasciamolo stare, che mi boccia. Ma bisognerebbe sapere come parte, e perchè. Posso avere sbagliato nel modo, ma mi dà fastidio essere provocato. Sono le parole a essere pesanti».
Torniamo a domenica, post match. Dove ha festeggiato?
«Sono andato a Milano con Gianluca, Ivone e Federico. Abbiamo fatto una buona cena con un po’ di pesce da Giannino, visto il Palermo con l’Inter, e poi a letto».
Beh, Giannino è il ritrovo per gli addetti ai lavori. Solo voi a tavola?
«Sì, ma poi sono venuti Braida, Foti, e qualche altro amico».
E il conto?
«Ha strisciato la carta Sottovia».
Fonte | Il Gazzettino
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