La notte magica di Marco Rigoni: “Non porto rancore al Padova, spero di reincontrali in A”

“Piacere, sono Marco Rigoni di Montegrotto Terme”. Un predestinato, dicevano. Uno che ha qualità da vendere, ripetevano ossessivamente. Eppure i conti talvolta non tornano. Il giustiziere del Padova, che lo scorso anno negò la serie A proprio alla sua squadra del cuore con una prestazione straordinaria e un gol nella finale di ritorno dei playoff, ci ha preso gusto. E a 31 anni si è preso quella serie A che merita mettendo due sigilli nella notte degli incubi dell’Inter. Un rigore e un gol da pochi metri, all’interno di una prestazione da applausi. E dire che nel 2009, l’anno della promozione, a gennaio il Padova avrebbe potuto riprenderlo. Rigoni era alla Ternana, Attilio Tesser che lo aveva richiesto espressamente lo aspettava a braccia aperte a Padova, ma l’allora direttore sportivo Doriano Tosi non ne volle sapere. Tentò un improbabile scambio con Eder Baù, poi desistette, nonostante la volontà del giocatore fosse quella di vestire la maglia biancoscudata: “Ma non porto rancore – fa sapere Rigoni – io sono abituato a guardare avanti e spero davvero che il Padova possa presto tornare in serie A. Il bello sarebbe affrontarsi di nuovo nel massimo campionato”.
E intanto, la sua serata magica continua: «Questa serata rimarrà nella storia, abbiamo battuto i campioni del mondo. Era l’avversario perfetto per l’impresa – sorride il fantasista di Montegrotto Terme – ci siamo riusciti perché abbiamo seguito le indicazioni del nostro allenatore per una partita di questo spessore. Siamo solo alla terza partita e non dobbiamo perdere di vista il nostro obiettivo che dovremo conquistare soffrendo e sfoderando prestazioni come queste. È stato il modo migliore per festeggiare lo stadio rinnovato»


Fonte | Dimitri Canello per Il Corriere del Veneto