Un secolo da Paron!

Il 20 maggio 1912 nasceve a Trieste Nereo Rocco, il leggendario allenatore che portò il Calcio Padova fino al terzo posto in serie A nel 1957-58. Di origini asburgiche (il cognome originale era Roch), fu buon calciatore professionista (una presenza in nazionale) e vestì anche la maglia biancoscudata dal 1940 al ’42, ma fu senza dubbio dalla panchina che riuscì ad esprimersi ai massimi livelli, rivoluzionando il calcio dell’epoca.

Arrivò a Padova nel 54′ e dopo aver salvato la squadra da una probabile retrocessione in C, l’anno successivo centrò subito la promozione in A dove rimase con gli scudati per sei campionati. E fu proprio in quel Padova che perfezionò il suo modello di gioco, ma soprattutto la gestione dello spogliatoio che fu fondamentale per i suoi indimenticabili successi sulla panchina del Milan.

Facendo forza su giocatori come Aurelio Scagnellato, Gastone Zanon, Humberto Rosa, Kurt Hamrin, Sergio Brighenti, Toni Pin, solo per citarne alcuni, Rocco potè attuare con successo il “catenaccio”, un sistema di gioco costruito su una difesa granitica, un regista capace di ribaltare l’azione con lanci precisi e attaccanti veloci e tecnici. Inizialmente molto avversato dalla stampa del tempo, fatta eccezione per Gianni Brera, questo modulo aderiva perfettamente alle caratteristiche fisiche e tecniche dei giocatori che, trascinati dal catino ribollente di tifo dello stadio Appiani, arrivarono ad insidiare la Juventus nella corsa allo scudetto del 1958. Nacque così la leggenda del Paron e dei suoi panzer, come vennero ribattezzati.

“Io dico che conosco i miei giocatori due minuti prima di loro padre”, così era solito dire Rocco per spiegare il tipo di rapporto che intendeva avere con i suoi uomini. Si cambiava nello stesso spogliatoio, mangiava con loro e, con una “commissione” composta dai più esperti, si confrontava sulle scelte tecniche e sullo stato di forma del gruppo. Nasce con il Padova di Rocco quel concetto di compattezza dello spogliatoio e di gioco all’italiana che avrebbe prodotto numerosi e celebri emuli fino ai giorni nostri.

Fino al 31 luglio, al Magazzino 26 del porto vecchio di Trieste è stata allestita una mostra multimediale curata dal giornalista Gigi Garanzini. Orari di apertura: da domenica a giovedì dalle 10.00 alle 21.00 e venerdì e sabato dalle 10.00 alle 23.00. Info biglietteria 333 6631968