Morosini, così lo ricordano Schiavi, Vignoni, De Franceschi: “Un ragazzo da 10”

Rabbia. Stupore. Rassegnazione. E silenzio. Perché talvolta provare a spiegare non serve, perché quando muore in campo un atleta di 26 anni, che teoricamente sarebbe dovuto essere il ritratto della salute, non puoi darti spiegazioni. Perché probabilmente cercare spiegazioni per la morte di Piermario Morosini, ex centrocampista di Padova e Vicenza, è soltanto un esercizio autolesionistico. Si può provare almeno a tentare di ricordare. Ivone De Franceschi era direttore sportivo del Padova quando nel gennaio 2010 scelse di bussare alla porta dell’Udinese per strappare il sì al prestito di Piermario, un passato con la maglia dell’Under 21 e un futuro su cui in molti erano pronti a scommettere a occhi chiusi: «Quando mi hanno telefonato per comunicarmi la notizia – spiega a fatica De Franceschi – non volevo crederci, non riuscivo a trovare le parole, non sapevo come fare per non abbandonarmi alla disperazione. Sono incazzato, perché non è possibile morire a 26 anni in questo, sono incazzato perché forse soltanto guardando verso l’alto si può trovare una spiegazione. Io non ne ho proprio, ricorderò Piermario come una grandissima persona, uno splendido ragazzo. Un ragazzo da 10, forse perché sapeva cos’era il dolore, avendo perso entrambi i genitori e un fratello in passato. Non è retorica, perché quando qualcuno muore sembra sempre che sia necessario per forza parlarne bene. Invece era proprio così, un ragazzo bravissimo fuori dal campo e un ottimo centrocampista sul campo, che secondo me ha avuto molto meno rispetto a quanto meritasse». De Franceschi qualche brutto pensiero lo fa, perché lui stesso è stato vittima di un’aritmia cardiaca diagnosticata solo dopo 17 anni di carriera: «Ci penso, perché mi chiedo se i controlli medici siano sufficienti, se sia possibile forse fare qualcosa di più. Io ho giocato una vita e magari ho rischiato, soltanto alla fine riuscirono a individuare questa anomalia. E’ impossibile rimanere indifferente a una cosa come questa» Tanto che Raffale Schiavi, oggi al Padova e ieri al Vicenza, non trova quasi le forze per parlare di fronte a questa spaventosa tragedia: «Ragazzo eccezionale, ho vissuto anche in campo momenti bellissimi, lo voglio ricordare così, per me è stato un amico più che un collega». Un tweet fra le lacrime, unito a una fotografia che ritrae i due sorridenti in un momento di amicizia fuori dal campo. L’ex ds del Vicenza Sergio Vignoni, intervenuto ieri nella trasmissione Tutti In Campo, con la voce rotta dall’emozione, ha dedicato un pensiero al giocatore: «Piermario era un ragazzo d’oro, era orfano di entrambi i genitori e di un fratello, lascia nel dramma i nonni e una sorella. Una storia di grande dolore, che lui aveva saputo comunque superare. La vita si è accanita contro di lui in modo così ingiusto che veramente non riesco a trovare le parole per descrivere quello che sento». Vicenza e Padova lo hanno ricordato con una nota ufficiale, fra le tante reazioni ci sembra giusto riportare quella del suo ex compagno di squadra nel Vicenza Cristian Raimondi: «Sono stato per due anni suo compagno di stanza, era una persona fantastica. Non mi stupiscono gli attestati di stima; il dramma spesso porta ad unire, ma nel suo caso non si può che parlare di un ragazzo splendido. Aveva avuto dei grossi dispiaceri, ma non lo dava mai a vedere».

Fonte | Dimitri Canello per Corriere del Veneto