Un pareggio che monta la testa e la memoria corta: incredibile attacco de “La Provincia di Varese”

Riportiamo integralmente un articolo apparso oggi su La Provincia di Varese:

“Padova-Varese 1-1, ma ha vinto chi ama il calcio senza vittimismi”
Permettetecelo, concedetecelo: volevano vincere, e invece… Il Varese gela il sangue a un mattatoio di novemila persone che per un’intera partita ha pensato solo a fare la vittima, a giocare contro avversari invisibili (il Toro, gli arbitri, il Palazzo) e a vomitare bile. Il Varese gela il sangue a chi pensava che bastassero due espulsioni, quattro infortunati, decine di fischi sospetti a farne un agnello sacrificale sull’altare della cieca furia padovana. Il Varese gela il sangue con una prestazione maiuscola, non solo cuore ma tanto gioco, mille occasioni e un respiro che non ha smesso mai di battere nemmeno quando mancavano due minuti e mezzo al 93′ e un’altra squadra, girandosi, si sarebbe messa a fare la conta. Fuori Kurtic, fuori Corti, fuori Neto, fuori Pettinari, fuori Maran, fuori Pucino: fuori tutti ma dentro una cosa che tutti gli altri non hanno. La capacità di essere in pochi ma di stringersi così forte attorno a quei pochi da riuscire a battere tanti, ieri tutti.

In un mattatoio, la squadra di Maran ha dato lezione. La partita è finita tot occasioni per i biancorossi contro una, cioè il loro gol. Il Varese è stato capace di mangiarsi le mani, i gomiti, le braccia, la bile e poi andare avanti fino in fondo a prendersi ciò che meritava.

Il Padova è arrivato una volta o forse due davanti a Bressan, ma è rimasto a lungo schiacciato dalla gigantesca cappa di vittimismo da esso stesso invocata. Quando decidi di giocare contro una squadra, un presidente, un giudice sportivo, un arbitro che non ci sono, insomma contro tutti, poi ti restano poche energie per tentare di battere anche il Varese. Talmente poche da doverti aggrappare a un fuorigioco non fischiato a Cacia da cui nasce l’angolo del gol, per non parlare di altri episodi (il rigore su De Luca, il primo giallo a Pucino).

In pratica, segni facendo quello che rinfacci di fare agli altri: rubacchiando. Seguendo la linea rossa delle proteste che hanno portato novemila persone a urlare «Toro menta, Toro menta» o «ladri, ladri» per novanta minuti, anche noi a un certo punto avremmo dovuto alzarci dalla tribuna e rimbeccare a tono. Ma non l’abbiamo fatto, perché mentre gli altri erano intenti a bruciare l’agnello sacrificale biancorosso, noi siamo andati avanti a credere nel calcio, amandolo e rispettandolo. E alla fine ci ha premiato.

Nb: il presidente padovano Cestaro e la sua vice prima del via correvano in mezzo al campo esaltando la curva e le tribune, alzando i pugni al cielo come se avessero già vinto. Questo pareggio è dedicato a loro.


Il nostro blog CalcioPadova1910.com si permette di ricordare al giornalista de La Provincia di Varese, che all’interno dello stadio Ossola i giornalisti padovani vennero assaliti da un gruppo di ultras a fine partita del ritorno dei playoff di giugno scorso. Per quanti avessero la memoria corta ecco due link che possono rispolverarla: Il comunicato ufficiale del Varese (a questo link) e la reazione successiva (a questo link).
Episodi che sono caduti evidentemente nel dimenticatoio e che oggi permettono al giornale “La Provincia di Varese” di poter parlare di sportività con una leggerezza e sfacciataggine che sinceramente non troviamo affatto opportuna. (D. P.)


Fonte | La Provincia di Varese