Foschi al Gazzettino: “Un po’ stanchi, ma io ci credo”

Rino Foschi, a bruciapelo: ce la facciamo? «Io ci credo, perchè credo nel lavoro che abbiamo fatto soprattutto in questa parte finale di campionato. Con l’avvento di Dal Canto è stata una cosa straordinaria».
Con Torino e Varese la squadra aveva due risultati su tre. Questa volta bisogna solo vincere: «Qui ne abbiamo solo uno su tre. Siamo un po’ stanchi, e anche un po’ sfortunati. Giovedì meritavamo un gol con il Novara: abbiamo fatto noi la partita, con un possesso palla del 70 per cento. Davanti avevamo una squadra tosta, che fa un buon palleggio, ma che per sette undicesimi è stata sempre dietro la linea della palla. E allora fai fatica a segnare».
Ma appunto c’è il ritorno: «E dobbiamo tenere concentrazione e serenità nella testa come oggi. E ci vuole un pizzico di fortuna».
I precedenti sono comunque incoraggianti: 0-0 all’andata all’Euganeo con la Pro Patria nei play off di serie C1 nel 2009, identico punteggio con la Triestina nei play out cadetti un anno fa. Sappiamo tutti poi come è andata a finire: «E io sono un po’ scaramantico. E allora, tutto fa brodo… Ma soprattutto credo nei ragazzi. Li vedo in faccia, negli occhi, vedo come l’allenatore prepara le partite. E alla fine il lavoro paga sempre. Quindi dico che abbiamo molte possibilità di fare il salto».
Torniamo all’altra sera. Con l’apertura dell’anello superiore dell’Euganeo si è andati ben oltre le 20 mila presenze: «Una cosa spettacolare, emozionante, che ha visto tutta Italia. Questo vuole dire che Padova è una piazza importante. E con certi programmi e buoni risultati, è una delle più importanti in Veneto. È la dimostrazione che il Padova deve continuare a lavorare perchè merita la categoria superiore. E si deve fare il possibile per agguantarla».
Proiettiamoci al faccia a faccia verità con il Novara. Sarà Guida ad arbitrare la partita: «È uno degli arbitri emergenti più bravi, una garanzia. Un giovane che è sicuramente sotto i riflettori per fare il salto. Poi la partita fa storia a sè».
Siamo alla vigilia dell’ultimo atto della stagione. Se si guarda alle spalle, quanto è orgoglioso? «Molto. Alla pari di come può esserlo il presidente Cestaro, il tecnico, i giocatori. Dall’esterno il calcio sembra che sia fatto solo da gente super pagata, invece personalmente in questo momento è il lavoro che mi appaga. E ne sono orgoglioso». E aggiunge subito: «Ma io faccio parte di un gruppo, che include appunto il presidente, il direttore generale Sottovia, Ivone De Franceschi e Federico Crovari. Sono convinto di essere stato fortunato ad avere trovato bravi collaboratori, e con loro è un bel confronto, un bel lavorare».
Torniamo all’attualità del campo. Già alla vigilia di Torino e Varese ci aveva detto che fondamentale è l’aspetto nervoso. Sempre della stessa idea? «Ultimamente è stato un bel vantaggio. Abbiamo trovato Torino e Varese, squadre nervose anche perchè riflettevano ciò che trasmetteva il loro allenatore. Noi qui siamo fortunati: abbiamo un tecnico che internamente ha grinta più di altri, e sa trasmettere alla squadra serenità e pacatezza. Lo vedi anche come legge le partite. E questa è una cosa molto importante, conta tanto».
Un flash a lei. Domenica sera la stagione sarà finita, e a quel punto aspettiamo il suo annuncio: «Ho un contratto fino al 30 giugno, ma è chiaro che la prossima settimana è dentro o fuori. Come le ho appena detto, sto lavorando con un grande gruppo: mi trovo divinamente, in armonia e serenità. Ed è la cosa più importante. Non è facile essere così uniti in questo mondo».


Fonte | Il Gazzettino