Foschi sul ricorso:”Toro aveva dato l’OK a giocare oggi, sennò ci davano 45 minuti di proroga”

PADOVA Partiamo dalla fine. Sono le 21.35 quando il ds Foschi e l’ad Sottovia escono dagli uffici della sede pochi minuti dopo l’annuncio ufficiale e definitivo: Padova-Torino verrà rimandata a data a destinarsi. È durata più di due ore la riunione tra i vertici societari biancoscudati, seguita all’improvviso dietrofront del Torino che, dopo essersi accordato per la continuazione della gara nell’immediato, ha prorogato riserva scritta alla Lega per posticipare il rinvio. Ha provato in tutti i modi il Padova a far valere quanto ratificato dall’arbitro con i due capitani per rigiocare già il giorno successivo, come ha confermato lo stesso Foschi, con tono abbastanza alterato ai microfoni di Sky: «Io presento la squadra domani (oggi, ndr)». Ma alla fine la società di viale Rocco ha dovuto cedere, dopo l’intervento del presidente di Lega Abodi che ha chiamato lo stesso Cestaro comunicando quanto deciso dal Torino. Si giocherà nei prossimi giorni (mercoledì 14?), ma non è ancora sicuro, si stabilirà all’inizio della settimana prossima. Foschi, dopo essersi infuriato, alla fine sorride e prova a fare buon viso a cattivo gioco: «Ci eravamo già accordati per giocare domani (oggi, ndr), poi il Torino ha cambiato idea. Peccato, io dico solo che per 55 minuti abbiamo disputato una grandissima gara, rullando la capolista». Eppure i granata hanno intenzione di presentare ricorso. Il Padova è tranquillo? «Sì, anche se nel calcio non si sa mai. Noi comunque abbiamo le nostre ragioni». Il Toro potrebbe aggrapparsi al regolamento, che afferma che ogni stadio dev’essere dotato di un impianto d’emergenza che garantisca un’illuminazione minima necessaria. «In primo luogo – puntualizza Sottovia – devono essere accertate le cause che hanno portato a questo malfunzionamento, perché anche un problema al generatore d’emergenza può essere dovuto a cause esterne allo stadio. Noi svolgiamo una verifica periodica e non c’erano mai stati problemi». E nel caso in cui fosse accertata la responsabilità oggettiva del Padova? «A quel punto ci avrebbero dovuto concedere i 45 minuti di proroga, dopo la sospensione della gara, per sistemare tutto – replica Foschi – Così non è stato, con il Torino che ha anche dato l’assenso per continuare la partita il giorno successivo». Ecco il punto a cui si appellerà il Padova in caso di ricorso granata: la partita è stata definitivamente rinviata prima dei canonici 45 minuti di cui dispone la società ospitante per ovviare a qualsiasi problema. «Anche perché noi – conclude Sottovia – non avevamo alcuna ragione a voler interrompere la gara, visto come stavamo giocando. Brutta figura? E’ un fatto eccezionale, ma finché la gara è andata avanti, tutto si è svolto in modo regolare». Il disagio, però, non è andato giù al presidente Cestaro, che ha lasciato lo stadio pochi minuti dopo la sospensione. Leggermente frastornata la vice Carron: «Provo un po’ di imbarazzo. Che sia colpa nostra o di qualcun altro, l’immagine è quella del Calcio Padova. Preoccupati per il ricorso? Il timore c’è sempre, ma ora aspettiamo di capire bene cosa sia successo».
Fonte | Il Mattino di Padova