Parcheggio Sud dissestato, altro sfregio all’Euganeo

Le prime segnalazioni sono arrivate all’indomani della sfida di Coppa Italia al Carpi: «Andate a vedere come hanno ridotto il parcheggio sud dell’Euganeo». Ancora lui, il parcheggio più chiacchierato dell’estate. Quello che dodici mesi fa accoglieva gli stand dell’Appiani in festa e adesso ospita le centinaia di pannelli solari piazzati dal Comune. Siamo a una settimana dall’esordio casalingo, martedì 30, contro la Reggina. L’area che circonda l’Euganeo è deserta. C’è chi si serve dello spiazzo per impartire qualche lezione di guida, anche alle 15.30 di uno dei mercoledì più afosi che l’estate padovana ricordi.


Poi c’è sempre chi lavora, una decina di operai, per completare l’ultimo paio di tettoie in pannelli solari che mancano all’appello. La prima cosa che balza all’occhio, arrivando da Corso Australia, sono cartoni di pizza e lattine di birra abbandonati a pochi metri dal palaindoor. Ma i problemi non sono questi. La zona non è delle più curate e si sapeva. Serve a mettere la macchina, un paio d’ore, due volte al mese. E adesso che è pure coperto l’auto sarà al riparo dalle intemperie. Già, ma a che prezzo?


I lavori per l’istallazione dei pannelli solari hanno rovinato, dissestato, in alcuni punti addirittura squarciato, l’asfalto del parcheggio. C’è qualche buca, una anche molto grossa, coperta da alcune piccole travi in legno, quasi fosse una trappola per conigli. Anche se sembra essere architettata per far fuori semiasse e gomme della macchina. Man mano che si attraversa il parcheggio lo scenario non cambia molto. L’installazione delle decine di piloni che sorreggono le tettoie hanno costretto a sradicare parte dell’asfalto. Col risultato che quasi un centinaio di posti macchina si è praticamente dimezzato, tanto che può entrarci, a fatica, solo una Smart. E dove non ci sono i piloni appare qualche cavo scoperto o tubo di cemento, segno che i lavori non sono ancora prossimi alla conclusione.


Una volta completata l’opera ci sarà ancora da fare per sistemare un manto stradale che, più ci si guarda intorno, più fa inorridire. In tre punti della strada l’asfalto è completamente interrotto da una linea, larga una trentina di centimetri, che attraversa in lungo quasi tutto il parcheggio, tanto che sembra esser passato sottoterra un tremors (il mostro del film cult anni 90). In questo caso non si è alzata la terra, ma rotta la continuità dell’asfalto, in prossimità dei parcheggi, per far spazio a sassi e detriti di ogni genere.


In conclusione: meno posti macchina, asfalto dissestato, crepe e buche qua e là. Il tutto per la modica cifra di 2,5 euro da pagare alla cooperativa che gestisce il parcheggio. E pensare che c’è chi ha già fatto l’abbonamento anche per il posto macchina.



Fonte | Stefano Volpe Per Il Mattino