Euganeo, spettatori paganti in netto calo. L’analisi di Mattino e Gazzettino

(Mattino di Padova, infografica Mattino di Padova) Ha sempre sviato il tema, elogiando ogni volta il tifo caloroso dell’Euganeo, ma sabato è rimasto parecchio deluso. Marcello Cestaro, per la prima volta da inizio stagione e forse anche dal ritorno in serie B, si è lamentato della scarsa affluenza allo stadio: «Mi piacerebbe vedere più spettatori», ha sospirato il patron, al termine della gara pareggiata con l’Ascoli. «Magari tanta gente era a fare acquisti, ma la presenza allo stadio è il termometro dell’amore verso una squadra, che stiamo costruendo prima di tutto per loro». Una statistica precisa al dettaglio delle presenze allo stadio non si avrà mai, visto che non sempre tutti gli abbonati sono sugli spalti ad ogni gara. Esempio emblematico la partita con l’Ascoli della scorsa stagione, quando un Padova già fuori dai playoff giocò in un Euganeo deserto, nonostante le presenze ufficiali parlassero di più di 6000 spettatori. Tuttavia i paganti, quelli sì, sono sempre certi. E l’altroieri, per la prima volta da quando il Padova è tornato in B nel 2009, si è scesi sotto quota 1000. Sono stati 834, per la precisione, i paganti, unitisi ai 4019 abbonati e ai 506 tifosi che hanno sottoscritto il voucher, per la partita contro i bianconeri. E a poco vale la particolarità delle ultime due stagioni, quando ancora non era stato proposto il voucher e per fare l’abbonamento occorreva sottoscrivere la Tessera del tifoso. Anche nella prima stagione dopo il ritorno fra i cadetti, quando la Tessera non era obbligatoria, mai si è scesi sotto il muro dei 1000 paganti. Eppure in quell’annata la squadra ha arrancato per gran parte del torneo, offrendo un gioco scadente e rischiando fino all’ultimo di retrocedere. [...] Dopo le prime nove giornate, 12 mesi fa, l’Euganeo era stato riempito, in media, da 7627 spettatori. Oggi la media è di 6306 appassionati, un calo vertiginoso che sfiora il 20%. [...] Qualcuno condivide la “strigliata” del presidente, non capacitandosi del perché, con una squadra in piena lotta per le prime posizioni, le tribune siano sempre meno gremite. Qualche altro, tuttavia, critica le scelte della società. Non sembra, infatti, aver avuto una risposta positiva la decisione presa in estate di alzare i prezzi per chi compra il biglietto direttamente ai botteghini, abbassando il costo dei tagliandi acquistati su internet. La compravendita on line non è ancora diffusa a macchia d’olio. E poi il problema maggiore è quello praticamente irrisolvibile: lo stadio. Non è una novità che l’Eugano non piaccia e garantisca una delle visuali peggiori d’Europa.
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(Gazzettino) In giro si chiede a gran voce un nuovo stadio, ma per contenere i tifosi che quest’anno seguono il Padova basterebbe un Palasport. Nonostante la squadra di Pea, giovane e penalizzata da tanti infortuni, stia facendo miracoli, l’affluenza all’Euganeo non si dimostra all’altezza della situazione. Sabato nella sfida con l’Ascoli si è raggiunto il livello più basso stagionale con la presenza di 5.359 spttatori, il tutto in un quadro che vedeva la squadra reduce da due successi pesanti e arrivata all’appuntamento al quarto posto solitario. Nelle prime nove partite interne la compagine bianocscudata è stata seguita da 56.762 spettatori, per una media di 6.306 paganti a gara, ma quest’ultimo dato è sostenuto soprattutto dai nueri relativi al derby con il Verona (10.142), con oltre duemila sostenitori gialloblù. Nelle altre otto partite solo due volte, con Cittadella (6.619) e all’esordio con il Lanciano (6.069) si è superata quota seimila, con una forchetta che nel resto degli incontri variabile tra i 5.359 di sabato e i 5.866 con il Grosseto.
Guardando le altre piazze (dati medi), il Padova conferma il quarto posto, superato da Verona che sfiora i 15.000, Cesena (oltre 9.000) e Vicenza (circa 6.700).
Il confronto con l’anno passato in cui il Padova dopo 17 giornate occupava la stessa posizione e con 3 soli punti in più è impietoso, considerati i 79.545 spettatori complessivi e la media che raggiunge quota 8.838. Ogni sabato insomma ci sono 2.532 persone in meno.
Il fatto che lo zoccolo duro formato da abbonati e possessori di carnet quest’anno (4.525) sia addirittura superiore alla scorsa stagione (4.487) fa escludere quelle tesi che vedono in elementi generali (la crisi, le televisioni e il calcioscommesse) o specifici (scomodità dello stadio o la delusione per i mancati playoff) le cause di questo netto calo. Se così fosse, infatti, gli effetti più evidenti avrebbero riguardato proprio la campagna abbonamenti.
“Abbiamo notato la cosa anche noi – spiega il consigliere Baraldi – ma non abbiamo un’idea precisa delle cause. Visto l’andamento del Padova è un’anomalia e ne siamo certamente dispiaciuti”. Sono allo studio promozioni per favorire l’affluenza? “Pensavo che una delle possibili chiavi di lettura sia la crisi, sarebbe positiva qualche iniziativa, purchè non penalizzi gli abbonati, ma lascio il compito di valutarla a chi in società si occupa di marketing”.
Poca gente allo stadio contro l’Ascoli sabato e alcuni episodi poco edificanti, quali le pesanti esternazioni razziste di un singolo tifoso in Tribuna Ovest nei confronti dell’ex Dramè. [...]
In controtendenza il fenomeno del continuo fiorire di nuovi club e proprio ieri l’Aicb ha comunicato l’adesione di altri due sodalizi. Si tratta del club Croce Verde, con sede in via Vergerio e presieduto da Marco Toso, e dello storico Vecia Padova, nato nel 1979 e guidato dal professor Antonio Toninello.

 

Fonte | Stefano Volpe per Il Mattino di Padova  | Andrea Miola per Il Gazzettino