Otto vittorie esterne, Un’altra ed è record. Dal Canto come Mammi e Varrella

PADOVA E adesso, come direbbe lui, gliene sbattiamo un altro in faccia. Di primato vincente. Correndo il rischio che, come troppe volte accaduto in questa stagione, si passi, usando sempre le parole di Dal Canto, dal definirlo “somaro” a “fenomeno”. Eppure il tecnico biancoscudato è riuscito a modificare, in positivo, il karma di una squadra che troppe volte negli ultimi anni aveva vissuto stagioni molto simili.
PRIMATO. L’ultimo record di Alessandro Dal Canto è stato colto venerdì Santo a Livorno. Con il 2-1 al «Picchi» il Padova ha conquistato l’ottava vittoria in trasferta del campionato. Eguagliato il primato all time dell’ultracentenaria epopea biancoscudata. Gli unici due tecnici a riuscirci dal 1910 sono stati Guido Mammi nella stagione 1979/80 e Franco Varella nel 2000/2001. In entrambe le stagioni il Padova si trovava, punto più basso della propria storia, in serie C2 ma l’epilogo fu diverso. Se la squadra guidata da Centofanti all’inizio di questo millennio vinse il campionato conquistando la promozione con due giornate d’anticipo, quella di Pezzato e Pillon conobbe il finale più amaro nello spareggio di Verona perso ai rigori contro il Trento.
DNA. Il dna del biancoscudo non è mai stato troppo temerario lontano dalle mura amiche, basti pensare che solo in questo campionato il Padova ha raccolto tante vittorie esterne quante ne aveva messe insieme nelle ultime tre stagioni disputate in serie B. Nemmeno gli anni più sfavillanti hanno visto una squadra particolarmente corsara. L’unico a sfiorare il record era stato Sabatini, nell’anno della promozione in B, cogliendo 7 successi fuori dall’Euganeo (di cui tre consecutivi fondamentali per la volata di primavera) ai quali vanno aggiunte le vittorie dei playoff a Ravenna e Busto. La stagione dell’ultima scalata alla serie A, invece, fu collezionata da un’infinità di pareggi (era l’ultimo campionato in cui si guadagnavano due punti per vittoria) con Sandreani che colse solo due vittorie esterne. Erano gli ultimi echi della Fossa dei Leoni dell’Appiani, campo mitico in cui il Padova costruiva la maggior parte dei propri successi, basti pensare anche alla promozione in A ottenuta da Nereo Rocco nel 1955 (e penultima della storia), in cui Scagnellato e compagni vinsero solo 5 volte fuori casa.
TABU’. E pensare che questa stagione non era iniziata nel migliore dei modi con tre sconfitte consecutive in trasferta a ottobre, fino al pareggio in extremis di Pescara. Da allora la squadra ha inanellato 6 successi e 3 sconfitte lontano dall’Euganeo, andando a spezzare un tabù dietro l’altro. Fatte salve le vittorie di Cittadella (mancava dal 2007) e Sassuolo (colta anche lo scorso anno), gli altri successi hanno spezzato maledizioni decennali. A Brescia non si vinceva dal 1995, l’ultimo sigillo ad Ascoli era invece del ’91, un anno dopo quello di Reggio Calabria. Poi si entra nel bianco e nero. Il “Picchi” di Livorno non veniva espugnato dal Padova dalla stagione 68/69, Empoli non cadeva da 65 anni, mentre a Vicenza, come noto, si era vinto l’ultima volta nel 1958.
OPERAZIONE SORPASSO. Il tutto mentre il campionato deve ancora finire. Alessandro Dal Canto ha a disposizione ancora 4 trasferte per staccare i due allenatori appena raggiunti ed entrare ancor più imperiosamente nella storia biancoscudata. Il primo match point, chiamiamolo così, arriverà già venerdì prossimo a Castellammare, terreno inedito per il Padova, così come quello di Nocera Inferiore, dove la squadra sarà di scena alla penultima giornata. In mezzo il viaggio a Grosseto (altro campo mai espugnato) e quello di Torino. E sai che goduria sarebbe vincere ancora all’Olimpico. Missione impossibile? Tutt’altro. I due ultimi precedenti, infatti, sorridono al biancoscudo.
Fonte | Stefano Volpe per Il Mattino di Padova