PadovaSport: Il futuro di Padova e del Padova, la fidelizzazione

In questi giorni si fa un gran parlare di “futuro” attorno al Padova, e la dirigenza sta stilando dei programmi dei quali si fa un gran parlare anche nelle TV e nei siti internet locali. Il concetto di “futuro” è molto vasto: può riguardare sia la campagna acquisti/cessioni di quest’estate che l’organigramma societario, e sia le iniziative che la società stessa intende intraprendere nei confronti della tifoseria e della città. Visto che di calciomercato se ne parla più o meno 365 giorni all’anno, e visto che io sono direttamente interessato a tutto ciò che succede “attorno” alla tifoseria, parlerò proprio di questa parte del “futuro”, tantopiù che siamo in un periodo in cui sembra che la dirigenza sia più attenta (almeno a parole) ai bisogni della tifoseria.
Partiamo da un concetto base: bisogna riavvicinare la gente allo stadio! Penso che tutti siamo coscienti che questo sistema “virtuale”, creato negli ultimi anni dalla sinergia fra dirigenti federali, azionisti di pay-tv, governo e forze dell’ordine; il cui scopo è costringere la gente a stare a casa dallo stadio per vedersi le partite in televisione (Sistema creato cavalcando l’onda della “violenza negli stadi”, quando in realtà lo scopo principale era ben altro…), non possa avere nessun futuro. Oggi gli introiti di Sky e delle varie tv a pagamento sono la prima voce di bilancio delle società calcistiche italiane, ma in futuro non sarà più così, sia perché i contributi versati dalle televisioni andranno a dimezzarsi (Scelta più che mai obbligata dopo che il Tribunale dell’Uefa lo scorso febbraio ha stabilito che tutti i grandi match di calcio, dalle fasi finali di Coppa del Mondo a quelle degli Europei, debbono tassativamente essere trasmessi in chiaro dalle TV di stato. ), sia perché è in arrivo la concorrenza di piattaforme come Youtube (che si rivoluzionerà diventando una vera e propria TV via web). Ergo, nel giro di qualche anno il “tifoso da stadio” tornerà ad essere importante come lo era prima che l’assurda caccia alle streghe degli ultimi anni svuotasse gli stadi. Non a caso recentemente il Viminale ha modificato in parte la linea tenuta negli ultimi anni, dove si parlava spesso a sproposito di “modello inglese”, iniziando a strizzare l’occhio al più moderno e funzionale “modello tedesco” (di cui si parla ancora a sproposito). E’ giusto comunque precisare che in Germania i tifosi sono realmente tutelati, in quanto si ritiene che il calcio abbia una “funzione sociale”: nelle curve si pagano prezzi intorno ai 12/15€, i sedili sono recrinabili e si può stare in piedi. Striscioni, bandiere non hanno bisogno di autorizzazioni, il biglietto può essere fatto anche il giorno stesso allo stadio, senza bisogno di presentare alcun documento. Visto che si vuole perseguire il “modello tedesco” è giusto capire bene di cosa si tratta!

Fatta questa lunga e doverosa premessa, affrontiamo ora la questione che più ci riguarda da vicino, ovvero il Calcio Padova ed il suo rapporto con la città ed i tifosi. Mi sembra evidente che da queste parti il Padova è vissuto come un “ospite”, molto spesso scomodo. Per molti padovani, la squadra della loro città è una seconda squadra, da seguire quando va bene salvo poi tornare alle partite delle squadre a strisce quando è passata l’ondata di entusiasmo. E credo che sia evidente a tutti che, se si vuole creare una struttura solida e duratura anche a Padova, la prima cosa da combattere è questa mentalità limitata e provinciale. Per far ciò, è necessario che i tifosi e la città siano considerati prima di tutto “parte integrante” della società. Vanno “fidelizzati”, insomma, e non attraverso la sottoscrizione di una carta di credito ricaricabile! Va creato un retroterra che porti i padovani ad identificarsi e ad amare questa maglia, che oggi manca…
Mi rendo conto che detto così sembra facile, in realtà si tratta di un’operazione lunga e complessa, che richiede anni. Provo a riassumerla in alcuni punti salienti, sperando che questo piccolo “vademecum” sia utile prima di tutto alla dirigenza biancoscudata, che giustamente ha tutto l’interesse nel creare un seguito appassionato in città e provincia che vada oltre i semplici risultati conseguiti sul campo:
- La creazione di un vivaio in sinergia con tutte le società sportive giovanili della città e della provincia, attraverso la stretta collaborazione ed il finanziamento di strutture e materiali (stimolando così anche nei ragazzini la pratica calcistica) in cambio dell’acquisizione di anno in anno dei più promettenti giovani calciatori, con l’obiettivo di creare col tempo uno dei vivai più forti in Italia e lanciare nel corso degli anni giocatori padovani, nati a Padova ed in provincia e tifosi del Padova.
- La ristrutturazione dello stadio Euganeo, creando una struttura moderna, adatta al calcio ed al tifo, senza pista d’atletica e delle dimensioni adeguate per una città come Padova. Una struttura in cui creare anche attrattive di tipo commerciale (perché no) che tuttavia non vadano ad offuscare ciò che è l’essenza di uno stadio: una casa per la società ed i tifosi!
- Il recupero dello stadio Appiani, in quanto monumento del calcio cittadino, ricostruendo un piccolo impianto da gioco simile a ciò che era l’originale e trasferendoci all’interno il Museo del Calcio Padova. Un sistema per trasformare ciò che resta del Mitico Appiani in un’attrazione per tifosi e turisti (penso per esempio alle squadre inglesi, ma anche al Barcellona o al Real Madrid, che dietro pagamento una visita guidata al museo ed allo stadio); e, perché no, giocandoci anche le partite amichevoli di metà settimana contro compagini locali.
- L’apertura di uno store del Calcio Padova in centro città, in una zona centrale e frequentata, in cui sia possibile acquistare tutti i prodotti ufficiali del Calcio Padova (Completi da gioco, materiale da allenamento, vestiario da tempo libero, gadgets ed oggettistica varia), acquistare i biglietti per le partite in casa e le trasferte e sottoscrivere gli abbonamenti.
- Pubblicizzare l’attività del Calcio Padova, sia attraverso volantini o locandine pubblicitarie, sia attraverso incontri nelle scuole e nelle associazioni frequentate da ragazzini, sia attraverso la donazione domenicale e costante di biglietti omaggio per le scuole o le società sportive…
- Invogliare la gente a venire allo stadio, attraverso una politica di prezzi popolari. In questo senso la società attuale si è distinta positivamente, ma ho ancora vivi nella mente i prezzi che si pagavano in curva per certe partite il primo anno di serie A (40.000 lire, che sono paragonabili per costo della vita a 35-40 € di oggi!)
- Aprire, col tempo, le porte ad una sorta di “azionariato popolare”. Ultimamente in Italia si parla sempre più insistentemente di azionariato popolare, ma all’estero (Germania, Portogallo, Spagna, Inghilterra, Scozia…) è una realtà affermata: i soci/tifosi dei club gestiscono spesso interi dipartimenti delle rispettive società calcistiche, occupandosi di attività quali la gestione della biglietteria, l’organizzazione delle trasferte, il merchandising e le esigenze dei tifosi allo stadio…
Poi ovviamente i risultati calcistici aiutano. Hanno sempre aiutato. Ma i risultati portano sugli spalti solo “i tifosi da risultato”, mentre una seria opera di fidelizzazione apre le porte a nuovi ed appassionati tifosi, che difficilmente abbandoneranno il Padova appena passata la prima ventata d’entusiasmo…



Fonte | Corrado Fiolini per LaPadovaBene & PadovaSport.tv