Cena annuale per il club Lele Pellizzaro, presenti Foschi, Osuji, Italiano, Donati e Schiavi

Tanta allegria, buona cucina e un tifo sfrenato. Una serata all’insegna dell’entusiasmo a go go per il club “Lele Pellizzaro”, che martedì si è ritrovato al ristorante Viale 19 (Arcella) – sede del sodalizio – per l’annuale cena di inizio stagione. Una festa a tinte rigorosamente biancoscudate, in cui tutte le attenzioni sono state per Italiano, Donati, Schiavi e Osuji. Senza dimenticare la calorosa accoglienza riservata al diesse Rino Foschi, al suo braccio destro Ivone De Franceschi, al team manager Dino Bellini, e naturalmente a Lele Pellizzaro, presidente onorario del club. A fare gli onori di casa il presidente Alberto Farisato, il vice Andrea Ostellari e i consiglieri Paolo Beleu, Massimo Nicoletti, Davide Giampietri, Alberto Ninni e Giovanni Graziani.
Momento clou della festa, quando Farisato ha chiamato uno a uno i biancoscudati. Tanto per cominciare, Osuji: «È un onore essere qui con voi. Quello che avete visto a Varese è il vero Osuji». Quindi Donati: «Mi sto trovando bene al Padova, speriamo di continuare con questi ritmi. È una bellissima città, si vive bene, ci sono tutti i presupposti». E Schiavi: «Speriamo di continuare a dare tante soddisfazioni alla città e ai tifosi». Per Italiano è ovazione: «Vincenzo, Vincenzo». E ancora: «Un capitano, c’è solo un capitano». Qualche istante, e prende parola: «Mi fa immenso piacere di essere venuto. L’anno scorso dopo essere stato qui personalmente e per la squadra le cose sono cambiate, tanto da sfiorare l’obiettivo. Ci proveremo anche quest’anno, senza nominare quella lettera (A, ndr). Abbiamo le potenzialità per fare bene, cercheremo di darvi questa soddisfazione». Trattamento con i fiocchi anche per il diesse, accolto dal coro “Rino Foschi uno di noi”. E dice: «Queste sono serate che danno carica ai giocatori. Sono quattro ragazzi eccezionali. Sono convinto che Osuji darà il suo contributo a questa annata, come ha dato sempre il capitano che rimarrà sempre il giocatore più importante che abbiamo». Si guarda attorno, e continua: «Ma dove è Ivone? In questo progetto c’è dentro fino al collo, le mie responsabilità sono anche le sue». Qualche attimo, ed ecco Checchi: «Mi auguro di trovarci qui fra qualche tempo per festeggiare qualcosa di importante. Forza Padova».
Alla fine scambio anche di doni: maglietta numero 77 di Italiano e gagliardetto al club, presente della Kartell ai biancoscudati.


Fonte | Pierpaolo Spettoli per Il Gazzettino