Pea intervistato dalla Gazzetta: “Vincere con pochi soldi? Ci riusciremo!”

Pochi soldi, molti punti. Fulvio Pea, che col ricco Sassuolo è arrivato a 80 (quota da promozione diretta e non da playoff), crede in un’equazione che sembra paradossale. E spera che possa funzionare a Padova.

Nuovo allenatore, nuovi dirigenti. E ambizioni ridimensionate.
«E perché? Chi l’ha detto che per vincere bisogna spendere tanto? Cestaro ha deciso di tagliare le spese e gli ingaggi della metà e io sono d’accordo con lui. Non bisogna far finta di niente, siamo in un momento molto delicato, per l’Italia e per il calcio».

Ha scelto Padova in poche ore.
«Mi hanno convinto adesso il progetto del presidente e del d.s. Salvatori e prima l’entusiasmo contagioso della piazza: quando siamo andati a giocare all’Euganeo la gente applaudiva la squadra anche se aveva perso. E ho firmato in bianco per un anno, non voglio essere di peso, ma valutato in base ai risultati che riesco a ottenere. sono per la meritocrazia. Le incognite non mancano, la squadra va ricostruita, ma le difficoltà mi esaltano».

Stadio pieno, tifosi caldi: come a Sassuolo.
«Uguale».

Perché si è lasciato così male?
«Perché i playoff sono finiti male».

Ma non c’erano stati rapporti difficili con la società? E’ arrivato a dire che qualcuno passava di nascosto i suoi schemi agli avversari…
«Capitolo chiuso: non ne voglio più parlare».

Senza fare nomi: cosa serve per andare d’accordo con un direttore sportivo?
«Bisogna volere la stessa cosa. Come marito e moglie, come imprenditore e dipendente».

[...]

Finale a parte, cosa le è rimasto di Sassuolo?
«Abbiamo fatto un grande campionato con un gruppo di ragazzi in cerca di rilancio, che arrivavano da dolorose retrocessioni. Un’esperienza che mi ha fatto crescere, mi ha insegnato che niente è impossibile».

Difesa e contropiede: giocherà così anche a Padova?
«Dipende dai giocatori che arriveranno: sarà un mercato strano, condizionato dalle scommesse e dalla mancanza di liquidità. E poi non sono legato a uno schema: a Sassuolo ho cominciato col 4-3-3 per passare al 3-5-2. A me piace l’organizzazione, chiedo che tutti partecipino alla fase difensiva e a quella offensiva: è un’idea di calcio che seguo da dieci anni».

Vorrebbe portarsi Valeri?
«Sì, ma non sarà facile, è un nazionale australiano, ha richieste da diversi club stranieri. E’ fondamentale che ci sia giocatori di esperienza accanto ai giovani. Per questo sono contento che Trevisan abbia raggiunto l’accordo».

Poi ha chiesto un paio di giocatori che aveva alla Primavera dell’Inter: Bardi, Nwanko.
«Per ripartire con un nuovo gruppo è importante anche lavorare con chi si conosce bene».

Userà ancora i pizzini volanti per spiegare i movimenti in campo?
«Certo, se sarà necessario. E’ un modo rapido e sicuro per dare istruzioni».

L’ultimo sms di Mourinho?
«Dopo la firma col Padova».

Approvava la scelta?
«Certo».
Fonte | Guglielmo Longhi per La Gazzetta dello Sport