Fulvio Pea: all’Inter lo aveva chiamato un certo Mourinho

PADOVA «Avete preso un fenomeno, qui da noi ha costruito un miracolo». Sono stupefacenti le relazioni che arrivano sul conto del nuovo allenatore biancoscudato, Fulvio Pea, dalla piazza di Sassuolo. All’esordio in serie B, nella stagione appena conclusa, il 45enne tecnico nativo di Casalpusterlengo (provincia di Lodi) ha sfiorato l’impresa traghettando la formazione neroverde, reduce da un campionato in cui aveva rischiato seriamente la retrocessione, al terzo posto con 80 punti (quota che generalmente garantisce la serie A diretta), e perdendo la promozione nella semifinale playoff contro la Sampdoria. Oltre ad un sogno sfiorato, Pea ha lasciato anche tanti rimpianti dalle parti di Sassuolo. Che il rapporto tra l’allenatore e la società guidata da Squinzi non potesse continuare lo si era già intuito al termine della gara di ritorno contro i blucerchiati, quando Pea si era scagliato senza mezzi termini contro presunte “spie” nella propria società, capaci di remargli contro per tutto il campionato al punto di passare i suoi schemi agli avversari. Una “sparata” alla quale l’ambiente non si può dire non avesse fatto il callo, considerate tante altre dichiarazioni ad effetto che avevano visto il tecnico protagonista nel corso della stagione, a partire da quando se l’era presa con un nugolo di sostenitori entrati in contestazione con la squadra. Il rapporto tra Pea, il d.s. Bonato e il vice-presidente Rossi si era completamente deteriorato e una coesistenza non sarebbe stata più possibile. Squinzi, per trattenere un allenatore che aveva fortemente voluto la scorsa estate, avrebbe dovuto cacciare i suoi due fedeli dirigenti. Una scelta dolorosa, e forse nemmeno indispensabile, vista la voglia di Pea di cambiare aria. Il tecnico, sabato sera ospite negli studi Sky dove ha elogiato la stagione del suo Sassuolo senza parlare del proprio futuro, ha sempre considerato Padova come una prima scelta, al punto che si mormora abbia rifiutato anche un corteggiamento del Siena nella massima serie, sia per non rischiare di bruciarsi che per il nebuloso futuro della società toscana considerata l’inchiesta del calcioscommesse, e sposare così la causa biancoscudata. Sono bastati due incontri con Cestaro, la richiesta di un solo anno di contratto e il largo gradimento della piazza per consegnargli le chiavi del Padova per la prossima stagione. Oltre all’esperienza di Sassuolo, il mister, che non ha mai giocato a calcio, ha diretto soltanto un’altra formazione professionistica, la Lucchese in serie C/1, dal settembre 2005 al gennaio 2007, quando venne esonerato. In Toscana allenò anche un giovanissimo Francesco Renzetti, prima di raccogliere le sue più grandi soddisfazioni nel campionato Primavera. Due stagioni alla Sampdoria coronate dai successi in campionato, Coppa Italia e Supercoppa, prima della chiamata all’Inter caldeggiata nientepopodimeno che da Josè Mourinho. Con i nerazzurri Pea completa il proprio grande slam, trionfando al Torneo di Viareggio e nella Champions under 18 in finale contro il Bayern Monaco.
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Fulvio Pea nasce a Casalpusterlengo il 10 febbraio 1967. Inizia ad allenare senza aver mai giocato a calcio, ma ha la fortuna di poter crescere accanto a grandi tecnici come Gigi Simoni, José Mourinho, Walter Mazzarri e Rafa Benitez. Dichiara di preferire il 4-3-3, ma non è un allenatore schiavo del modulo e ha sempre cercato nel corso della sua breve carriera di adattare il modulo ai giocatori a disposizione, come avvenuto prima a Lucca e poi a Sassuolo. Dopo varie esperienze alla guida di formazioni giovanili, fra cui una al Cska Sofia proprio sotto la guida di Simoni. Rimane il vice di Simoni nelle successive esperienze ad Ancona, a Napoli, a Siena e a Lucca. E’ proprio qui che gli si apre la possibilità di guidare per la prima volta una squadra di club come primo allenatore. Nel settembre del 2005 e fino al gennaio del 2007, Pea rimane sulla panchina toscana. Il suo ruolino di marcia recita: 47 partite, 19 vittorie, 15 pareggi e 13 sconfitte, poi arriva l’esonero e l’arrivo di Paolo Stringara. Torna allora alla guida delle giovanili, stavolta della Sampdoria ed è qui che ottiene i risultati più strabilianti. Scudetto, Coppa Italia e Supercoppa italiana Primavera nel suo palmares. Poi è a lungo in ballo per allenare il Siracusa, ma arriva la chiamata di Moratti alla Primavera dell’Inter. E qui conquista prima la Champions League Primavera e poi il Torneo di Viareggio. L’exploit gli vale la chiamata del Sassuolo, con cui raggiunge i playoff al primo tentativo con il terzo posto nella regular season, prima di essere eliminato dalla Sampdoria
Fonte | Il Mattino di Padova | PadovaGoal.it