Agente Cacia:”Nemmeno da prendere in esame l’ipotesi di una sua cessione”

Forse il nervosismo per un gol che manca da un mese e mezzo, come da lui stesso dichiarato nei giorni scorsi, forse la rabbia per non essere stato schierato nell’undici di partenza, secondo altri un malessere che lo porterebbe a desiderare di cambiare aria. Comunque interpretato, lo schiaffo rifilato da Daniele Cacia al difensore ospite Pomante va censurato. In primo luogo perché la sua espulsione ha messo in ulteriore difficoltà i compagni in una gara già in salita, ma pure perché, dando per scontate almeno due giornate di squalifica, dovrà saltare, oltre alla trasferta ad Ascoli del 6 gennaio la successiva partita casalinga con la Sampdoria, proprio la squadra che avrebbe messo gli occhi su di lui.
«Non posso giudicare perché non ho visto ancora l’episodio» taglia corto il suo agente Francesco Romano. Che però spende parole ben chiare circa il futuro in biancoscudato del suo assistito, messo in discussione sabato anche a “Novantesimo Minuto” in cui si è parlato di un giocatore che non si è ambientato bene e che farà di tutto per andarsene. «Ci sta che Daniele sia arrabbiato perché gli manca il gol – replica Romano – ma da questo a pensare che vada via ce ne passa. Non è nemmeno da prendere in esame l’ipotesi di una sua cessione». Non va dimenticato, tra l’altro, che Cacia non è nuovo a simili episodi, e su tale fronte il 2011 è sicuramente un anno da dimenticare, con tre espulsioni e sei gare già saltate a causa di un identico comportamento. Il primo cartellino rosso è stata rimediato il 5 marzo durante la partita giocata con la Triestina. L’attaccante di Catanzaro, come recita il comunicato di Lega, aveva colpito intenzionalmente un giocatore avversario – calcio a Malagò – con la palla lontana. Per lui tre giornate di squalifica, decise grazie alla prova televisiva, e una quarta per una precedente ammonizione, essendo già in diffida. Il bis a meno di due mesi (30 aprile), con il Torino. Questa volta l’espulsione è scattata per uno schiaffo al granata Pratali. Su questa specifica sanzione, Cacìa si è sempre dichiarato vittima di un’ingiustizia in quanto non aveva colpito volontariamente l’avversario perché si stava semplicemente divincolando. Contro le tre conseguenti giornate di stop il Piacenza ha fatto ricorso senza fortuna.
Fonte | Andrea Miola per Il Gazzettino