La settimana bestiale dei portieri granata: cercasi custode della difesa meno battuta d’Europa. Se il Toro ha imparato a essere una squadra intercambiabile, domani rischia di affrontare l’insidiosa trasferta di Padova senza il pezzo meno sostituibile del suo mosaico, il portiere titolare. Coppola è in forte dubbio e tiene sulle spine Ventura. La sua è l’unica maglia che nella filosofia del nuovo corso prevede gerarchie precise. Per l’allenatore non si tratta di mancanza di fiducia nelle alternative, ma dell’importanza che riveste questo ruolo particolarmente sollecitato dal suo gioco: non si apprende in una settimana né in un mese e la vera palestra è la partita. Concetti che il diretto interessato, migliorato a vista d’occhio dopo un inizio titubante, ha cominciato a capire.
Coppola è l’unico giocatore ad aver disputato finora tutte le 17 partite di campionato. Adesso rischia di non farcela. Ieri è tornato alla Sisport dopo due giorni di febbre alta e tosse, ma ha svolto un leggero riscaldamento in palestra. Con il lavoro blando il fisico ha dato risposte positive, ma Coppola ha nelle gambe un solo allenamento, quello defatigante di inizio settimana. Il Toro naviga a vista, in mancanza di certezze. La speranza dello staff sanitario è che oggi il portiere si alleni regolarmente con il gruppo: poi toccherà a Ventura verificarne la ritrovata esplosività muscolare per trarne le conclusioni.
Le possibilità di vederlo in campo sono al cinquanta per cento: e fino all’immediato prepartita rimarrà il dubbio. Favorito per sostituirlo è Davide Morello più di Lys Gomis. E non solo perché il primo, nemmeno convocato contro il Livorno per influenza, ha cominciato la settimana in piedi, mentre l’altro si è ripreso solo mercoledì dallo stesso problema: ma perché nelle gerarchie di Ventura, è Morello il vice Coppola.
Il portiere palermitano potrebbe tornare protagonista dopo un lungo periodo vissuto nell’ombra. L’ultima sua partita risale al 28 agosto 2010, il Toro perse 2-1 a Cittadella. Era la seconda giornata di campionato, in panchina c’era Lerda. Morello passò da titolare, grado conquistato sul campo l’anno prima grazie a ottime prestazioni, a ultima scelta. Incassò due gol evitabili e non uscì più dal tunnel: al suo posto esordì nel secondo tempo Bassi e il giorno dopo il Torino annunciò l’acquisto di Rubinho. Fatto sta che in 45’ terminò la piccola favola di Morello, che da quel momento e per molto tempo non vide più neanche la panchina, né la convocazione.
Arrivato da ex disoccupato nell’infornata del gennaio 2010 con il gruppo dei «peones» portato in dote da Petrachi (i due si conoscevano dai tempi di Pisa, così come con Ventura), quando è stato chiamato a sostituire Sereni, Morello l’ha fatto sempre bene. Il suo esordio a Bergamo contro l’AlbinoLeffe fu da film: penalty decisivo neutralizzato a Cellini che permise al richiamato Colantuono di tornare a vincere in trasferta. Da portiere con la pancetta (a causa di qualche chilo di troppo figlio della forzata inattività) Morello si trasformò in sorpresa pararigori.
Alla seconda sfida in trasferta, Morello replicò. Dove? Proprio a Padova, dove domani sogna di giocare anche per chiudere bene il cerchio della sua avventura al Toro: a giugno gli scadrà il contratto che non sarà rinnovato. All’Euganeo fu protagonista di un’altra prestazione da incorniciare. Nel primo tempo acciuffò la sfera scagliata dagli undici metri da Di Nardo, poi si prodigò in altre parate salva Toro. Scampato il pericolo, i granata segnarono nella ripresa e vinsero la partita con il solito guizzo di Bianchi.
Fonte: Francesco Manassero per La Stampa
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