Dal Canto ieri a Sky e al PalaFabris: “Una panchina in A, sì ma con il Padova”

PADOVA «Io bevo, io canto, io bevo con Dal Canto» è il ritornello che rimbalza negli ultimi giorni sui vari social network. Da contestato ad amato il passo è breve, e Dal Canto si gode volentieri il brindisi con i tifosi, in una domenica particolarmente intensa e iniziata negli studi di Sky, a Milano. Da Cutolo a Del Piero. Nemmeno il tempo di godersi la vittoria sul Brescia e il 37esimo compleanno che il mister alle 10.30 è già in tv, ospite del tg sportivo. Elegante, sorridente, Dal Canto spazia su tutti i temi, partendo da uno dei giocatori più amati a livello nazionale della sua squadra, Aniello Cutolo: «Ora è un po’ penalizzato dal modulo, ma sarà importantissimo per noi in questo finale di stagione». La domenica, però, si scalda con la serie A, c’è la lotta al vertice e il tecnico non si sbilancia: «Era da anni che non si vedeva una battaglia così serrata per lo scudetto, la differenza la faranno i dettagli. Conte? È sempre stato un ragazzo dal grande temperamento ma è una bravissima persona».
Inevitabile un riferimento a Del Piero e alla suggestione, lanciata qualche mese fa, di un finale di carriera nel Padova: «Un campione come lui il futuro sa sceglierlo bene da sé, ora non gioca molto, ma ha preso questa situazione nel modo giusto ed è stato uno di migliori di tutti i tempi».
C’è spazio anche per parlare di un collega molto più esperto, ma che venerdì sera ha mostrato il suo lato più tenero: «Vedere le lacrime di un tecnico come Ranieri, tra i migliori in Europa, fa capire quanto abbia sofferto e quanto gli sia piaciuta la reazione dei suoi giocatori. Aspetterei a dare per morta l’Inter».
Lo vuole Cellino? Il pane di Dal Canto, però, è la serie B, anche se prima di commentare Bari e Reggina non può ignorare i rumors di mercato che gli vengono riferiti. Gianluca Di Marzio svela: «Il presidente del Cagliari Cellino ha un debole per il tecnico biancoscudato».
Dal Canto è un po’imbarazzato, ma non sembra dispiacergli essere corteggiato, anche se un amore ce l’ha già: «Fa piacere sapere queste cose. Anche noi allenatori siamo sottoposti alla classica cantilena del mercato. Ora, però, siamo tutti concentrati sul nostro obiettivo, vogliamo fare qualcosa di importante e in serie A mi piacerebbe allenare con il Padova».
Allora meglio tuffarsi a capofitto su una B pronta per il rush finale: «Dopo la vittoria di Brescia, stiamo vivendo un momento importante. I giocatori con la testa sono sull’obiettivo dei primi sei posti e possiamo permetterci di non guardare né dietro nè davanti. Abbiamo di fronte una serie di partite che ci fanno pensare di essere padroni del nostro destino. Una situazione ideale».
Tre scontri diretti. I discorsi per la promozione diretta sono già chiusi? «No, in 12 partite può succedere di tutto, anche in zona playoff. Noi per il momento andiamo avanti e ci prepariamo ai tre scontri diretti, due dei quali in casa contro Pescara e Sassuolo, prima di quello di Torino. Dopo queste partite vediamo cosa succede».
Per i playoff chi se la gioca? «Dalla Reggina in su tutte. E occhio alla Sampdoria, che può ancora dare noia a chiunque». Per concludere un paragone, tra un avversario arcigno e un vecchio pupillo. «El Kaddouri ha un futuro di alto livello, è sulla stessa strada di El Shaarawy, anche se sono due giocatori diversi. Il Faraone non pensavo nemmeno io potesse adattarsi così velocemente nel Milan. Bravo!».
Futsal al PalaFabris. Maratona tv finita, dopo un pranzo veloce si torna a Padova. Dal Canto rispetta la promessa e scende in campo al PalaFabris nella partita delle stelle che dà lustro alla final eight di futsal. La forma è buona, ma gli ex campioni perdono 5-3. «Lo ammetto, ho sbagliato la diagonale su un gol – la prende con ironia il mister prima di sintetizzare un week end ricco di soddisfazioni – Il regalo più bello l’ho ricevuto dai miei ragazzi con la vittoria di Brescia, ora guai a fallire con il Varese!».
Fonte | Stefano Volpe per Il Mattino di Padova | foto Gabriele Fusar Poli