El Shaarawy: “Che ricordi quel 5 giugno! A Padova ho lasciato il cuore”

«Che consiglio mi sento di dare ai giovani che vorrebbero fare il calciatore? Non mollare mai. Credere sempre in se stessi e lavorare sodo, con tanti sacrifici e tanta umiltà. Perché il vero campione è chi resta umile anche dopo aver centrato il successo». Parola di Stephan El Shaarawy, il Piccolo Faraone, gioiello del Milan di origini egiziane, 19 anni compiuti lo scorso ottobre, testa (e cresta) ben piazzata sulle spalle.

Ecco perché, fra tanti che ci provano, lui può farcela. Perché qualità di piede e velocità di pensiero corrono parallele nel corpo di questo ragazzo. Che di fisico sembra più piccolo di tanti suoi coetanei. Ma di testa è avanti anni luce.

«No – si schermisce – il Piccolo Faraone non è ancora diventato grande. Devo imparare molto, impegnarmi sempre di più. Per fortuna ho trovato un allenatore come Allegri, che mi dà fiducia. E grandi campioni come Ibra, Robinho e Pato: mi fanno capire ogni giorno come si deve fare per diventare grandi sul serio».

E magari un domani, non molto lontano, ripercorrere le orme di Borini, col debutto in Nazionale: «Ci penso, è inutile negarlo. Per ora mi tengo stretta l’Under 21. E lavoro sodo. Sto anche meglio fisicamente: sono le conseguenze del lavoro di rinforzo muscolare svolto col Milan dopo i guai di inizio stagione al ginocchio».

Una preparazione che potrebbe dare i suoi frutti nel finale di stagione, dove, nella lotta scudetto, ci sarà bisogno anche dei gol e della fantasia di El Shaarawy: «Abbiamo un buon bonus, però mancano ancora tante partite. Dobbiamo proseguire nella nostra striscia positiva. E sfruttare tutti i passi falsi degli altri».

Intanto, alla vigilia di Parma-Milan di domani, stasera c’è un Padova-Varese che stuzzica i ricordi di Stephan. «Quel 5 giugno lo ricorderò per sempre. Quasi diecimila persone allo stadio di Varese. Una giornata bellissima, indimenticabile. E poi la mia doppietta decisiva: davvero una soddisfazione immensa, al termine di una rimonta fantastica. Peccato poi per l’esito della finale dei playoff contro il Novara».

Una serie A, svanita allo stadio Piola, che il Padova potrebbe ritrovare quest’anno, sul campo. «Il presidente Cestaro e il ds Foschi hanno costruito un’ottima squadra. I tifosi sono splendidi e la città è meravigliosa: ci ho lasciato il cuore. Per me è stata un’esperienza unica, mi ha fatto maturare come calciatore e come uomo».

Il pronostico per stasera è sin troppo facile: «Tifo Padova, spero vinca. Anche se il Varese è un osso duro». Così parlò il Piccolo Grande Faraone.
Fonte | Roberto Prini per La Provincia di Varese