Gazzetta: Mattia Perin come Ed Warner, l’enfant prodige dei portieri italiani

Se fosse un cartone animato, e un po’ lo sembra, Mattia Perin sarebbe Ed Warner, il portiere pigliatutto di Holly e Benji. «Per il taglio di capelli gli somiglio, ma lui è molto più forte, vola da tutte le parti», ammette il giovane portiere del Padova. Sarà, ma la paratona di venerdì al 90′ su Bernacci, a Livorno, è roba da cartone animato. «Sono stato fortunato, mi ha tirato addosso», dice il 19enne di Latina, arrivato quest’anno a Padova dal Genoa, con cui ha già vinto uno scudetto Primavera ed esordito in Serie A nella stagione scorsa. Di certo però s’è divertito: non come quella volta che uscì dal campo arrabbiato dopo una partita perché non aveva subìto tiri in porta. «Sono molto cattivo nei miei confronti, ipercritico», dice Mattia.

Enfant prodige Perin è l’enfant prodige dei portieri italiani. Ha esordito nell’Under 21 a soli 17 anni, e ora, a 19, ha avuto la personalità per infrangere il primo comandamento dei numeri uno: per giocare bene, serve la sicurezza assoluta del posto da titolare. Lui invece se la sta giocando da inizio campionato con Pelizzoli (e in parte con Cano), anche se nelle ultime partite Dal Canto sembra aver puntato deciso su di lui: «Come ho convinto l’allenatore? Forse dando sempre il massimo in allenamento, che è l’aspetto più importante, perché poi quello che fai lì te lo ritrovi in partita».

Maturo Famoso per un video su youtube nel quale palleggia con un chewing gum nell’intervallo di Roma-Genoa della stagione scorsa, Perin sembra un giocherellone ma è più maturo della sua età: «È educato e intelligente, quando ci parli sembra uno di 40 anni — racconta il suo agente, Matteo Roggi — e mentalmente ha una marcia in più, non ha paura di nulla e vive la partita con la tranquillità del veterano». La personalità a volte è stata confusa con turbolenza: «Qualcuna l’ho combinata — ammette Perin — ma sono maturato, crescendo capisci che la differenza la fa anche la testa».

Futuro Così, anche le big gli hanno messo gli occhi addosso. Grande amico di El Shaarawy («Siamo stati tre anni insieme, al Genoa e in Nazionale, l’ho sentito anche venerdì scorso, mi ha fatto i complimenti»), sarebbe logico completare il triangolo Genoa-Padova-Milan già chiuso dal Piccolo Faraone (ma c’è anche la Roma). Intanto a fine stagione tornerà al Grifone. «Il Milan? Non so niente e preferisco non pensare al futuro — svicola Perin — ho la testa sul campionato, arrivare ai playoff è importantissimo, poi vedremo».

Fonte | Alex Frosio per La Gazzetta dello Sport