Alberto Pilotto all’inaugurazione dell’Alta Padovana:”Tifosi encomiabili, possiamo vincere a Nocera”

TOMBOLO Lunedì sera è stata, anche, la sua festa. Alberto Pilotto, originario proprio di Tombolo, ha ricevuto l’abbraccio dei suoi concittadini, riunitisi per festeggiare la nascita del club “Alta Padovana biancoscudata”. E mentre da queste parti più di qualcuno ricorda ancora con un sorriso lo zio di Alberto, Ivo Antonino, presidente del Padova a cavallo tra gli anni 70 e 80, si sente l’orgoglio per aver riportato una fetta di territorio nel “cuore” del biancoscudo. Applausi e pacche sulle spalle per il più giovane dei tre vice-presidenti di Cestaro, rimasto finora un po’ nell’ombra dal giorno del suo ingresso in società, nel dicembre 2010, ma sempre molto attento alle dinamiche della squadra. Il sorriso timido per Alberto è rimasto quello del giorno della presentazione ufficiale all’Euganeo e, facendo un passo indietro, non si può certo dire che si sia pentito di aver riportato il nome Pilotto nella società di viale Rocco. «Se dovessi fare un bilancio dal giorno in cui sono entrato nel Padova, questo non può che essere positivo», sorride il 32enne, attivo nel commercio carni come da tradizione di famiglia. «Lo scorso anno ho vissuto dei momenti bellissimi, è stato un susseguirsi di emozioni incredibili sino alla sfortunata finale di Novara. Nel complesso, però, sono molto soddisfatto dal punto di vista personale». Non altrettanto si può dire della piega che ha preso la stagione biancoscudata. I tifosi, seppur scettici, mostrano di crederci ancora. Sarebbe una beffa deludere un popolo così appassionato. «Il momento è delicato, lo sappiamo tutti. Anch’io, come la gente, nutro ancora una grossa speranza. La prossima giornata sarà decisiva. Sono convinto che, se Pescara e Verona ci fanno un bel regalo, entriamo di sicuro ai playoff». Quante possibilità ci sono? «Non sono poche, direi un 40%. È ovvio che dobbiamo fare sei punti e la trasferta di Nocera si preannuncia molto dura, ma abbiamo le potenzialità per andare a vincere. Anche i giocatori sono carichi e fiduciosi». Certo che un calo del genere era veramente difficile da pronosticare e il pubblico sembra aver anche perso la pazienza. Come giudica le critiche piovute nei confronti dell’allenatore anche dopo l’ultima vittoria contro il Gubbio? «A parte la giusta contestazione seguita al 6-0 subito dal Pescara, i tifosi sono stati encomiabili. Hanno sempre esultato e aiutato i ragazzi nei momenti difficili. Penso che con la squadra di cui disponiamo, a questo punto della stagione, qualche posizione in più avremmo dovuto averla. E credo anche che ognuno in cuor suo sappia gli errori che ha commesso. Ce ne sono stati, sia da parte della società che dei giocatori che dell’allenatore. Aspettiamo con fiducia queste ultime due partite e poi tireremo le somme». A preoccupare i tifosi è proprio questo: se a fine stagione il Padova non dovesse centrare il salto di categoria, Cestaro potrebbe decidere di mandare tutto all’aria. Davvero il patron è pronto a mollare? «Il presidente tiene al Padova più di ogni altra persona. Sono convinto che le sue siano state dichiarazioni di circostanza, rilasciate a caldo, cosa che capita nei momenti difficili. Non sono io che posso sapere quel che gli passa per la testa, ma credo proprio che voglia ancora andare avanti. Di certo questo è un periodo difficile dal punto di vista economico. Stiamo cercando nuovi soci ma è dura». A rendere ancor più nero l’umore del cavaliere ci ha pensato il calcioscommesse. Ruopolo fuori rosa, Italiano deferito. Che idea si è fatto? «Su Ruopolo la società ha preso la propria decisione, io non mi addentro nella questione, ho solo letto i giornali come tutti. Quel che posso dire per certo è che non ci aveva detto niente, e per noi è stato un fulmine a ciel sereno. Il Padova si è sempre dissociato da queste cose e credo che Italiano non abbia niente da temere. Sul suo conto con c’è nulla, solo un passaparola e il capitano sostiene di essere estraneo. Abbiamo piena fiducia nei suoi confronti ».
Fonte | Stefano Volpe per Il Mattino di Padova