Calcioscommesse: Milanetto collabora, Turati accusa di combine i dirigenti di Grosseto e Ancona

NAPOLI – I magistrati della Procura del Tribunale di Napoli hanno chiesto l’archiviazione per i giocatori indagati Federico Cossato, Michele Cossato, Luca Ariatti, nonché per una serie di presunti scommettitori fra i quali il padovano Gianluca Di Marzio, volto noto del giornalismo calcistico in forza a Sky Sport, che esce quindi pulito dall’inchiesta.
CREMONA Il capitano della Lazio Stefano Mauri per ore davanti al gip per cercare di uscire dal carcere mentre il biancoscudato (ex Genoa) Omar Milanetto e il giocatore del Modena Marco Turati (prima in forza al Grosseto) forniscono un contributo che potrebbe ulteriormente ampliare il campo di un’indagine che vede sempre più compromesse anche le società. Il capitano della Lazio è arrivato in tribunale a Cremona a bordo di un furgone della Polizia penitenziaria, con il viso coperto dal cappuccio di una felpa nera. È stato però Omar Milanetto il primo a essere interrogato e ha parlato di altre partite oltre a quella Lazio-Genoa che gli è contestata nell’ordinanza di custodia cautelare che l’ha portato agli arresti tre giorni fa. Turati, invece, ha chiamato in causa direttamente le dirigenze di Grosseto ed Ancona (i direttori sportivi in particolare) che si sarebbero accordate sul risultato: il reato di responsabilità diretta porta, lo ricordiamo, alla retrocessione. Si capisce perchè i suoi legali, dopo l’interrogatorio davanti al gip Guido Salvini, gli avvocati Francesco Tropenscovino e Marco Campora, pur non entrando nel merito, hanno definito «collaborativo ed esaustivo» l’interrogatorio di Turati e confidano nell’accoglimento della richiesta di revoca della misura cautelare. Il calciatore era accusato di aver taroccato partite del Grosseto e dell’Ancona con la complicità dell’allora compagno di squadra Filippo Carobbio e di aver intrattenuto rapporti con Almir Gegic, il capo del gruppo degli scommettitori degli «zingari». Su questo il calciatore è stato categorico: «Mai conosciuto gli zingari». Omar Milanetto, da parte sua, ha chiarito secondo il suo avvocato, Mattia Grassani, due fatti: la sua conoscenza con il bosniaco Sergio Altic e la riunione a Modena in cui ha incontrato Mauri. Riguardo a queste due circostanze il calciatore, portato dal ds Rino Foschi al Padova, ha fornito una documentazione di 79 pagine. L’avvocato Grassani ha detto che, invece, Milanetto non è mai stato all’hotel Una Tocq di Milano il 15 maggio del 2011 con gli autori della combine di Lazio-Genoa, come gli è contestato nell’ordinanza di custodia cautelare, perchè «la data e l’ora sono incompatibili». Il giocatore reputa la carcerazione «ingiusta e pesante». Anche lui ha chiesto di tornare in libertà. Sempre ieri il procuratore Roberto di Martino ha risposto indirettamente alle critiche del portiere della Nazionale Gigi Buffon che ha parlato di blitz spettacolare a Coverciano (vedi articolo pagina accanto). «Ognuno può dire ciò che vuole e non esiste il divieto di criticare la magistratura». Sulla possibile convocazione del portierone azzurro a Cremona a proposito dell’intervista ormai famosa sui «pari comodi» a fine campionato (quella del «meglio due feriti che un morto») il magistrato è stato lapidario: «Se si tratta di suoi commenti, una sua convocazione è superflua, se conosce fatti specifici si faccia avanti e sarò contento di ascoltarlo». Il procuratore ha anche difeso le modalità con le quali sono state eseguite le perquisizioni: «Le perquisizione si fanno solo in questo modo, e così è stato fatto, anche se capisco le reazioni di persone che non vi sono abituate». Con il legale dell’allenatore della Juve Antonio Conte, indagato a Cremona, Antonio De Renzis ieri ha avuto un «colloquio cordiale». Sui tempi dell’inchiesta, alla sua quarta ondata di arresti, «non può proseguire all’infinito, visto le forze del mio ufficio – ha ribadito -. Tutte le partite citate sarebbero meritevoli di approfondimenti, ma le forze sono quelle e farlo sarebbe come cercare di svuotare il mare con un cucchiaino».
Fonte | Il Mattino di Padova