Intervenuto telefonicamente a “Tutto il Padova minuto per minuto” su Radio Padova, il diesse Rino Foschi ha fatto il punto della situazione sulla vicenda Torino. «Pensando come si era comportata la squadra nel corso della gara e a quanto successo dopo – commenta – sono un po’ scocciato e amareggiato. Fino a quel momento la vittoria del Padova era netta e dopo l’ultima interruzione si poteva anche riprendere».
Perché la società non si è impuntata per proseguirla subito? «L’arbitro ci ha chiesto se c’erano le condizioni tecniche per continuare e noi abbiamo risposto di sì, ma poi ha pensato che in caso di nuovo black out c’era il rischio di fare una figuraccia e allora, dato che tutti erano d’accordo e la Lega aveva dato l’ok, si è preso la responsabilità di farla riprendere il giorno dopo. Tutto è stato messo nel suo verbale».
E poi il Torino ha cambiato idea: «C’è stato il loro dietrofront. Ognuno pensa ai propri interessi, ma ci sono modi e modi. È stato Cairo, e non Petrachi, a supplicare poi Cestaro insieme ad Abodi perché si spostasse la gara. Con i granata non mi sono più sentito».
Che previsioni si sente di fare? «Non ci sono precedenti, tutto è in mano ad avvocati e carte bollate, ci sarà da discutere, ma siamo dalla parte del giusto». E poi c’è da giocare l’ultimo scampolo di partita: «Saranno quindici minuti particolari, lunghi, da una parte e dall’altra». Gli umori nello spogliatoio? «In un primo momento la cosa ha influito non poco e un po’ resta l’amaro in bocca. Per questo ci è parso opportuno che i giocatori parlassero solo della prossima gara».
Fonte | Andrea Miola per Il Gazzettino
No comments
Commenta per primo questo articolo