Vicenza – Padova : tifosi vip, è sfida Dal Lago – Vanali

Due tifose per un derby. Veneto. La vicentina è una politica mentre la padovana una giornalista sportiva. Unite da una stessa passione, il calcio, ma per colori diversi. Il tifo di Manuela dal Lago e Monica Vanali emerge da ogni singola parola che riguarda le proprie squadre del cuore. Entrambe le seguono, con opposte speranze: la Vanali spera di abbandonare la B già da quest’anno, la Dal Lago invece chiede al suo Vicenza di tenersela ben stretta.

Manuela Dal Lago è presidente della Commissione Sviluppo e Attività Produttive della Camera dei Deputati. Oltre a questo è una appassionatissima tifosa del Vicenza. Casa o trasferta non importa: “In famiglia sono arrivate due femmine, una doveva necessariamente avere passioni da maschio, tipo il pallone, ed eccomi qua”.

Biancorossa da quando?
“Fin da piccolissima. Sono cresciuta a pane e calcio: mio padre era presidente dello Schio e vice del Vicenza. Così alla mattina andavo a vedere i giallorossi e al pomeriggio i biancorossi. Poi la passione è continuata quando ho conosciuto mio marito con cui ho condiviso gioie e dolori calcistici, al Menti e fuori dal Menti”.

Ecco, appunto, le trasferte. Ci va, ci è andata?
“Fino a tre, quattro anni fa sempre. Poi gli impegni mi hanno impedito di continuare con questa bella abitudine. E mi dispiace. Continuo a vedere il mio Vicenza in casa dove non manco mai. Le trasferte? Me ne ricordo una a Treviso in curva che pioveva a catinelle. Ero fradicia. Fra veneti ci vogliamo bene, ancora di più quando vinciamo l’uno con l’altro. Mi piaceva andare in trasferta in Toscana, ci abbinavo sempre qualche agriturismo”.

La classifica intanto piange…
“Sì e aggiungo che se finiamo in C poi è difficile tornare su subito. Quindi grinta e lottiamo fino all’ultimo”.

Magari già con il Padova.
“Parto dal presupposto che i derby vanno vinti tutti e quindi mi aspetto di farlo anche lunedì. La realtà dice però altro: a noi manca chi fa i gol mentre il Padova sta giocando benino. Spero però che salti fuori quell’orgoglio da derby che permetta di ribaltare i valori in campo”.

Guidolin è l’allenatore più stimato e amato in città. Chi gli consiglierebbe di pescare da questo Vicenza.
“Frison è molto bravo, ma anche Gavazzi, Botta e Rigoni sono giocatori che potrebbero stare in A”.

Monica Vanali deve al Padova molto: quel tifo calcistico che da piccola coltivava per la squadra della sua città è infatti pian piano diventata anche una professione. La scintilla, il colpo di fulmine è stato un Padova-Atalanta che ha visto insieme al papà. Ognuno con la propria sciarpa: lui nerazzurra lei, appunto, biancoscudata: “Da lì non ho più smesso. Poi dopo poco quella passione è diventata anche un lavoro” dice la Vanali che del Padova, agli albori della sua carriera, scriveva sulle pagine del Gazzettino.

Quale l’emozione più grande e, al contrario, la delusione peggiore?
“La Serie A nel 1993/94 dopo 32 anni, con lo spareggio vinto 2 a 1 sul Cesena. C’era Sandreani in panchina… come dimenticarselo. Il ricordo più brutto? Due stagioni dopo il ritorno in B. E poi gli anni bui della C. Ringrazierò sempre Cestaro per aver riportato a certi livelli il calcio della mia città. E adesso si torna a sognare”.

Quanto?
“Non si dice, ma si pensa. Noi quest’anno siamo molto galvanizzati e vogliamo raggiungere il nostro traguardo subito, non vorremmo che le continue delusioni finiscano poi per stancare la proprietà”.

Veneto, terra di passione…
“Siamo un popolo molto legato alle nostre città, gente caratterizzata da rivalità di tipo medievale con i “vicini”. L’appartenenza è un nostro valore, lo è per tutti i veneti e anche per noi padovani”.

La trasferta più pazzesca?
“Licata-Padova 1989/90, non si arrivava mai”.

Da tifosa competente, che Serie B è questa?
“Mi piace molto. Per farmela piacere del tutto vorrei che il Giudice ci ridesse i tre punti tolti contro il Torino. Mi auguro sempre che arrivi qualche bravo giovane e che le società credano ancor più nei vivai”.
Fonte | Lega Serie Bwin