Nuovo lutto nel calcio: a 65 anni è scomparso Giorgio Chinaglia

Si è spento a 65 anni Giorgio Chinaglia, attaccante simbolo della Lazio che vinse lo scudetto nel 1974. “Long John” è stato anche presidente della società biancoceleste nel 1983. Il decesso in Florida: la causa un infarto. Dal 2006 Chinaglia era indagato per riciclaggio. La bandiera della Lazio iniziò a giocare in Galles. In Nazionale memorabile il suo “vaffa” a Valcareggi dopo la sostituzione in Italia-Haiti ai Mondiali di Germania.


I problemi con la giustizia
Dal 1983 Long John aveva appeso gli scarpini al chiodo ma la sua vita ha continuato ad essere piena di dribbling, tra annunci, fallimenti e truffe. In Italia, nella sua Roma dove negli anni ’70 era un eroe, Giorgio Chinaglia non poteva più tornarci. Dalla primavera 2006 era iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di riciclaggio, poi un’ordinanza di custodia cautelare per estorsione ed aggiotaggio, nell’inchiesta sulle irregolarità nella scalata alla SS Lazio. Infine, nel luglio 2008, il suo nome e’ stato accostato al clan dei Casalesi.
Per la giustizia italiana, Chinaglia era latitante.


La carriera
L’ex bomber della Lazio, prima di decidere di far parlare di sè anche fuori dal campo, era stato la bandiera dei biancocelesti di Maestrelli, quelli dello scudetto del ’74. Classico centravanti, forte, potente, impetuoso, entrava in area palla al piede e segnava. Era tanto forte in mezzo al campo, quanto provocatore fuori. A San Siro, di fronte ai tifosi interisti, scalciò il compagno di squadra D’Amico, reo di non aver rincorso Sandro Mazzola. All’Olimpico, dopo un gol nel derby, ando’ ad esultare la Sud, curva dei romanisti. Al San Paolo, prima di Napoli-Lazio, saluto’ il pubblico di casa mostrando le corna.


Chinaglia arrivo’ nella Capitale a 22 anni, nel 1969. Nato a Carrara, il 24 gennaio 1947, ad appena sei anni, la sua famiglia emigro’ in Galles dove apri’ un piccolo ristorante. Qui Chinaglia comincio’ a giocare a calcio: nello Swansea, poi nel Cardiff, in prima divisione. In Italia, proprio in Toscana, torno’ nel 1966/67, alla Massese in serie C.


Poi due stagioni all’Internapoli, sempre in C, fino all’arrivo alla Lazio nel 1969/70, dove restò fino al 1976. Nel 1971/72 Long John, soprannominato cosi’ dai tifosi biancocelesti proprio perché cresciuto in Galles, vinse la classifica cannonieri di serie B con 21 gol e riporto’ i biancocelesti in serie A. Proprio come giocatore di B, riusci’ a conquistare un posto in Nazionale: esordio e gol in Bulgaria, il 21 giugno del 1972.


Nella stagione 1972/73 la Lazio neopromossa sfioro’ lo scudetto: assieme a Chinaglia c’erano Giuseppe Wilson, Luciano Re Cecconi, Felice Pulici e Vincenzo D’Amico. Nella stagione 1973/74, lui segno’ 24 reti e la Lazio conquisto’ lo scudetto, alla penultima giornata (12 maggio 1974).


Il vaffa in mondovisione
Nell’estate ’74 arrivarono i Mondiali tedeschi: Long John partì titolare ma con il ct Ferruccio Valcareggi non furono tutte rose e fiori. L’allenatore azzurro lo sostituì, nel corso di Italia-Haiti, e Chinaglia lo mandò a quel paese in mondovisione. Poco dopo finì l’avventura azzurra in Germania e con lei anche quella di Chinaglia in Nazionale che, col nuovo allenatore, Fulvio Bernardini, fu utilizzato poco. In tutto, in azzurro, dal 1972 al 1975, disputo’ 14 partite e segno’ 4 reti.


Chinaglia concluse, poi, la sua carriera oltreoceano, al Cosmos, club newyorkese dove giocarono anche Pele’ e Beckenbauer. L’avventura nel calcio statunitense duro’ sette anni, Chinaglia fu il miglior marcatore della storia della North American Soccer League: in sette anni segno’ 193 gol in 213 partite. Appese le scarpette al chiodo, Chinaglia divenne dirigente a New York, per poi tornare alla Lazio da presidente.
Due anni alla guida del club biancoceleste e poi le esperienze di rito come commentatore sportivo.


Fonte | TGCom24.com