L’intervista doppia della Gazzetta: Italiano vs. Milanetto

Uno fotocopia dell’altro: se Italiano gioca, Milanetto va in panchina. O viceversa. Troppo uguali per stare insieme, troppo
forti per farne a meno. Staffetta di lusso, quella del Padova. Volendo, una staffetta politically correct: il torinese e il siciliano, Nord chiama Sud. Loro, più semplicemente, si raccontano così.


Chi guadagna di più?
Italiano: «Non lo so, ma penso lui».
Milanetto: «Non ne ho la minima idea. E comunque se andiamo in A, il premio sarà uguale».


Chi è più bravo?
I: «Tutti e due».
M: «D’accordo: ci conosciamo da ragazzi, ci siamo trovati a fine carriera».


Il più bello?
I: «Io, perché ho il fascino del meridionale ».
M: «Non ho dubbi: io».


Chi tira meglio?
I: «Omar ha segnato due gol strepitosi».
M: «In questo campionato, io».


Chi fa meglio gli assist?
I: «Io ho il lancio di 40-50 di metri, lui la palla morbida».
M: «Direi che siamo alla pari».


Chi corre di più?
I: «Io, faccio un metro in più…».
M: «Mettiamola così: siamo bravi a leggere la giocata prima degli altri e sappiamo accorciare il campo. Ma non dovete chiederci di essere anche veloci».


Convinca Dal Canto a farla giocare.
I: «Mister, tocca a me che sono più giovane».
M: «Fai quello che ti senti che va bene».


Date del tu a Dal Canto?
I: «No, ha oltre due anni più di me, merita rispetto. Certo, è strano vedere come un allenatore così giovane è maturato tanto in fretta».
M: «Logico. E’ quasi un coetaneo».


Il gol che non dimentica?
I: «Contro la Fiorentina quando ero al Verona (stagione 2000-2001, vittoria 2-1 del Verona, ndr).
M: «Quello alla Samp a Marassi che considero ancora casa mia. Il modo perfetto per chiudere un ciclo e cominciarne un altro ».


Ha capito perché ogni tanto lei resta fuori?
I: «Sinceramente no, Dal Canto sta cercando di tenerci tutti e due sulla corda».
M: «Dipende dagli incubi che Dal Canto ha la notte prima della partita. Scherzo: sceglie in base alla partita e all’avversario.
E comunque non dà mai spiegazioni».


Favorevole all’alternanza?
I: «Se le cose vanno bene…».
M: «Se serve alla squadra… E poi se si alternano due giocatori con le stesse caratteristiche, la squadra non viene stravolta ».


Giocherete mai insieme?
I: «A partita in corso e magari in svantaggio, io potrei fare la mezz’ala, come quando giocavo a Verona, ma sempre col
4-3-3».
M: «Non lo so, difficile con un modulo con tre centrocampisti, nessuno dei quali ha la corsa lunga. Forse col 4-4-2. E comunque finora non è mai successo».


Perché il Padova andrà in serie A?
I: «Perché ha giocatori esperti per la categoria e la società ha lavorato bene».
M: «Perché è una squadra che capito che questa è una stagione importante».


Il Padova resta in B se…
I: «Si mette a sottovalutare gli avversari».
M: «Le due squadre più forti di noi, cioè Torino e Sampdoria, non sbagliano campionato. La Serie B è lunga e difficile, puoi
perdere dovunque e con chiunque. Io sono stato promosso con il Genoa soltanto all’ultima giornata».


Un aggettivo per Milanetto.
I: «Tranquillo, pensavo che chi ha fatto per anni il capitano del Genoa fosse un urlatore, un tipo irascibile. E invece
sa dire le cose in modo molto rilassato».


Un aggettivo per Italiano.
M: «Intelligente, si sta dimostrando un vero allenatore in campo. A differenza di me che, chiusa la carriera,
farò di sicuro qualcosa di diverso».


Un aggettivo per Dal Canto?
I: «Predestinato».
M: «Promettente».


Saluti Milanetto in siciliano.
I: «Ciao compà, oi iocu iu».


Saluti Italiano in torinese.
M: «Cerea, caro Vincenzo. Però mi spiace: se lui si mette a parlare in siciliano, io non capisco niente».


Fonte | Guglielmo Longhi per La Gazzetta dello Sport