Simonini, il doppio ex:”Il pari può andare bene a entrambe”

È cresciuto nell’Atalanta, squadra con cui ha esordito in serie A, prendendosi il lusso di realizzare una doppietta a San Siro a spese dell’Inter. All’ombra del Santo, dove ancora risiede, ha vissuto un biennio d’oro che gli ha nuovamente aperto le porte della massima serie con il passaggio all’Udinese. Con simili presupposti, la domanda a Fulvio Simonini scatta spontanea. Per chi farà il tifo domani sera all’Euganeo?
«Tiferò per il Padova – risponde l’ex attaccante – perché qui vivo e perché ai biancoscudati i tre punti fanno più comodo. Ho comunque ricordi meravigliosi di entrambe le esperienze e resto legato a tutte e due le piazze».
Capitolo Atalanta: «Sono cresciuto calcisticamente proprio a Bergamo dove ho vissuto per nove anni di cui restano solo immagini e sensazioni positive». La più bella risale ormai a venticinque anni: 12 gennaio 1986 l’Inter di Zenga, Bergomi e Rummenigge si arrende per 3-1 in casa con l’Atalanta. Per Simonini due gol: «Il primo è stato di rapina; su un cross dalla destra, io e Ferri ci siamo buttati, Zenga ci ha anticipati, ma poi la palla ha fatto un rimbalzo e io l’ho messa in rete». Più bello il bis, ma nel pieno rispetto della “par condicio”: «Punizione dello svedese Stromberg, io ero sulla destra, ho stoppato, controllato la palla e calciato di sinistro all’incrocio dei pali. E quindici giorni prima avevo segnato anche al Milan».
Poi, dal 1987, due stagioni in B nel Padova: «Gli anni della consacrazione. Ottimi sul piano del gioco e dei gol (23, ndr), tanto che quell’esperienza mi ha riaperto le porte della serie A». Torniamo all’attualità: «L’Atalanta viaggia secondo le aspettative e, con quell’organico, può solo perdere la promozione. Quanto ai biancoscudati, sono un pelino sotto rispetto alle loro potenzialità e li vedo preceduti in classifica da squadre sulla carta inferiori. Non è cosa semplice perdere gente come Succi e Di Gennaro, anche se un solo uomo non fa i risultati. Spero che la vittoria a Pescara abbia ridato fiducia e serenità». Il cambio tecnico? «L’allenatore è il primo a pagare se i risultati non arrivano, ma da esterno, la sensazione è che si fossero un po’ minati i rapporti con qualche giocatore». Non manca un pronostico: «Chi prevede un pareggio non ha tutti i torti perché può andare bene a entrambe; non credo che il Padova abbia più velleità di play off, per cui è meglio gestire per un campionato tranquillo».





Fonte | Il Gazzettino