Teo Ricordito? 13 Giugno 1993, Padova-Ascoli 3-2

Teo Ricordito? 13 GIUGNO 1993, PADOVA-ASCOLI 3-2


Per un evidente fatto anagrafico, il racconto di alcuni pezzi di storia bianco scudata, ahimè forse i più belli li devo lasciare ad altri. Dalle loro parole e immagini traspare un mondo che sembra molto diverso, ma non per questo va dimenticato. Per la rubrica “Teo Ricordito?” oggi rispolveriamo un vecchio articolo pubblicato da PadovaSud nel forum “Padova siamo noi” il 13 giugno 2007 in occasione del tredicesimo anniversario della data di quella storica partita e il video amarcord del TgPadova.


Ecco il video amarcord della gara, nel ricordo del TGPadova.it a cura di Andrea Moretto:
Padova-Ascoli 3-2: Delusione 1993


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LA CURVA MIGLIORE DI TUTTI I TEMPI!
Cronaca di un week end di ordinaria follia…



Il campionato 1992/93 era stato caratterizzato da una partenza col freno a mano tirato da parte del Padova, compensato da un grande girone di ritorno, che ci aveva portato a lottare per un posto in serie A… Come spesso accade anche oggi, quel Padova riusciva nelle battute finali del torneo a rovinare quanto di buono fatto nei mesi precedenti. E così fece a Lucca il 6 giugno 1993, pareggiando al novantesimo una partita già vinta, situazione che ci complicò non poco il cammino verso la massima serie… A novanta minuti dalla fine del campionato la classifica era la seguente: Reggiana e Cremonese già promosse in serie A, Piacenza Lecce ed Ascoli punti 46, Padova 45… L’ultima di campionato il Piacenza va a Cosenza, il Lecce in casa con quelle merde dei lucchesi, Padova-Ascoli scontro diretto all’Appiani, un vero e proprio spareggio da giocare in casa… Bisogna vincere a tutti i costi, e sperare che almeno una fra Lecce e Piacenza non vada oltre il pareggio… La situazione è critica, ma Puggina e Giordani ostentavano al lunedì la tranquillità di due serual-killer psicolabili: “Tranquilli! Arriveremo almeno allo spareggio!”. Nel frattempo la città intera sta scaldando i motori… L’Ascoli chiede 3.000 biglietti alla società di Via Sorio, ma ne arriveranno solo 700… La replica non si fa attendere tramite comunicato stampa: “L’Ascoli Calcio, tenuto presente l’esiguo numero di biglietti assegnato ai suoi sostenitori in vista della gara di Padova, declina ogni responsabilità nel caso questi ultimi decidessero diseguire la squadra in gran numero e sporvvisti di tagliando d’ingresso…”. Una barzeletta! Costantino Rozzi era solito fare queste sparate, ma li avrei voluti vedere gli ascolani che quella domenica si presentavano con la minima intenzione bellicosa… Avrei voluto vederli, per capire come li facevamo tornare a casa!!!
D’accordo con due grandi amici dell’epoca decisi di andare a prendere i biglietti il primo giorno di prevendita… Certo, l’attesa era forte, ma non avremmo mai pensato di trovare una situazione del genere: le biglietterie di Via Carducci aprivano alle quattro, alle tre c’era una calca impressionante, migliaia di persone in fila sotto il sole di giugno col traffico della zona già abbondantemente in tilt… Riuscimmo solo verso le sei e non senza difficoltà a raggiungere i botteghini per trovare l’amara sorpresa: “CURVE ESAURITE!”… Non ci pensai troppo e diedi fondo alla mia paghetta settimanale per comprare un biglietto del settore Distinti Centrali, mentre i miei due soci (due belle faine nonostante fossero niente più che due ragazzini adolescenti) si diedero direttamente appuntamento alla domenica per tentare di entrare allo stadio “di frodo”… Mi rompeva non poco i coglioni disertare la curva, ma quella settimana del resto tutti si erano riscoperti tifosi del Padova: solo quel giorno vennero venduti oltre 6.000 biglietti, in tre giorni vennero polverizzati tutti i 15.000 posti diposnibili all’Appiani! Ad Ascoli pensarono che forse era il caso di stare buoni, visto che alla fine di tutto si accontentarono dei 700 biglietti inviati e senza troppo fiatare… I giorni immediatamente successivi furono frenetici: riuscii a scambiare il biglietto con un compagno di classe a cui interessava più vedere la partita che vederla dalla curva, ma come spesso mi capitava con una cazzata riuscivo a complicare maledettamente tutto: sabato 12 giugno, a bordo del mio mitico “Si”, tornavo da una festa assieme a quella che da li a poco sarebbe diventata la mia dolce metà; quando dietro mi trovai gli sbirri… Dovete sapere che i Carabinieri di Legnaro hanno una prerogativa: d’estate girano appositamente per inculare i ragazzini che viaggiano in due sul motorino, a fari spenti di notte! La cosa incredibile è che in caso di problemi più seri (rapine in corso, violenze…) non li troverete mai così solerti precisi e puntuali… Ma per via di multe e sequestri erano impareggiabili… Chiesi alla tipa se buttava un occhio dietro e di avvisarmi se vedeva gli sbirri… “No, non ci sono sbirri dietro!”, e mi tranquillizzò… “C’è solo una macchina che viene avanti a fari spenti”… MERDA!!! Riuscii a seminarli guidando all’interno di un campo di pannocchie, percorso all’epoca noto un pò a tutti i miei coetanei che possedevano il motorino, ma feci male i miei conti: i carabinieri avevano scoperto l’esistenza di questo “passaggio segreto” e me li trovai davanti non appena uscii nuovamente sulla strada: multa di 130.000 lire, fermo amministrativo per 30 giorni, riuscii ad evitare il processo per la fuga e le elaborazioni inventando la scusa patetica che mio padre era disoccupato!
Rientrai con l’obbligo di presentarmi l’indomani mattina al comando dei caramba col motorino rimesso originale, e feci in quel momento un scoperta agghiacciante: il biglietto della partita, che tenevo in una tasca del giubbotto di Jeans, mi era scivolato fuori chissà dove durante la fuga!!! Tutta la mattinata seguente fu dedicata a sbrigare le varie pratiche del sequestro, ed alla ricerca disperata del prezioso tagliando su e giù per quel merdosissimo campo di pannocchie, fino a quando non gettai la spugna… Decisi di non arrendermi, e recuperai al volo un passaggio per lo stadio da un amico, mentre me ne fottevo beatamente di mia madre che imprecava sul fatto di avere un figlio degenere e psicolabile, e di mio padre che tentava di farmi capire che 130.000 lire da pagare erano una cosa più importante della partita del Padova: non me ne fregava un cazzo!!!


Alle 13,30 eravamo già per strada; ma non era la tipica giornata di giugno: Il cielo era plumbeo e tirava un vento freddo; mentre in zona stadio la festa era già cominciata: il 13 giugno a Padova si festeggia Sant’Antonio, e migliaia di pellegrini da tutta Europa si riversano nell’omonima basilica che oltretutto è a poche centinaia di metri dallo stadio Appiani. Come se non bastasse in Prato della Valle si concludeva la fiera di Sant’Antonio, il che significava decine di migliaia di persone concentrate fin dal mattino nella zona, con controlli molto difficili a livello di ordine pubblico. I ragazzi ne approfittarono: i bagarini (che in queste occasioni spuntavano anche da noi) vennero ribaltati uno dopo l’altro, molti ragazzi rimasti senza tagliando furono accontentati; mentre la stessa fine fecero i pochi tifosi marchigiani che ebbero l’ardire di avventurarsi in macchina nella “Appiani Zone”… Lasciammo il motorino dietro il CUS, poco più avanti dell’Istituto Marconi (grave errore lasciarlo li, poi vedrete il perchè), mentre dallo stadio si sentivano già i cori… Sbucati a fianco del Parco Appiani, mi resi conto subito che il grosso degli ascolani (quelli che si presentarono col treno speciale) non era ancora arrivato, mentre via Marghera era un’autentico spettacolo, invasa dai tifosi biancoscudati! Mai più vista un’atmosfera del genere: mancavano più di due ore alla partita, e c’erano almeno 10.000 tifosi ad attendere l’apertura dei cancelli, tutti in strada a scandire cori per il Padova, contro l’Ascoli e gli sbirri che ancora tenevano i cancelli chiusi… Io però avevo una priorità assoluta: entrare allo stadio in qualsiasi modo e con qualsiasi mezzo! Mi trovai con gli altri due soci ai quali esposi la situazione, e decidemmo di muoverci assieme. Ci piazzammo davanti i cancelli della Curva Nord, calcolando che qualcuno nelle mie stesse condizioni ci sarebbe pur stato per la legge dei grandi numeri, e che qualcuno avrebbe tentato scuramente di sfondare… Intanto la gente aumentava di numero e la tensione cresceva… Il portone in ferro della Curva Nord rischiava seriamente di andar giù a calci, e quando si aprono i cacelli e parte una carica della madonna, con la celere che faticò non poco per contenere la folla… Più di qualcuno entrò gratis, noi purtroppo al momento buono eravamo troppo nelle retrovie, questione d’età e di esperienza (Fosse capitato solo due-tre anni dopo… Ciao!). Decisi allora di fare il giro attraverso il velodromo Monti, seguito dagli altri due, ed in uno dei tanti momenti di confusione riuscimmo ad arrampicarci su verso la curva inseguiti disperatamente da due carabinieri che tuttavia mollarono il colpo quasi subito (lo scavalcamento era una prassi molto diffusa al vecchio Appiani!). Lo stadio si riempie in pochi minuti, rimane vuota solo la curva riservata agli ascolani, mentre tutt’intorno c’è un’atmosfera incredibile: il primo coro “Chi non salta è un ascolano!” (Una terronata di coro… che però all’epoca andava tantissimo!) fa praticamente tremare lo stadio e fischiare le orecchie ai pochi bianconeri già presenti sugli spalti: si rendono conto subito del clima che tira, come se ne renderanno conto i circa 700 che giungeranno col treno speciale, e che verranno accolti da lanci di oggetti e di seggiolini (!!!) dal pubblico della Tribuna Centrale e dei Distinti (!!!!!!)… Io, assieme con gli altri due, ero estremamente soddisfatto per l’azione portata a termine, e completamente rapito dall’atmosfera dell’Appiani: 15.000 bandierine biancorosse, uno stadio intero che cantava, e quando parlo di stadio intero significa testualmente che cantavano Curva, Distinti, Tribuna, Tribuna Est… Non esisteva la Curva Nord, tutto lo stadio era un’immensa Curva Nord!!!


Purtroppo al quarto minuto Bierhoff porta in vantaggio l’Ascoli… Come se non fosse successo un cazzo! Parte immediatamente un “Datemi un PAAAAA!” che credo l’abbiano sentito fino al Bassanello! Al ventesimo raddoppia Bierhoff… mi metto le mani nei capelli: “E’ finita!”… Ecco, quello è forse l’unico momento in cui sento gli ascolani distintamente… Tempo un minuto che Simonetta accorcia le distanze su punizione e l’Appiani “Monumental” salta per aria!!! Da questo momento comincia l’assedio del Padova, e tutto il pubblico non smette un attimo di spingere: ricorderò sempre Di Livio che razza di partita giocò! Era incredibile: prendeva palla al limite della nostra area, partiva sulla fascia inseguito dall’intera squadra dell’Ascoli, mentre Zaini che era il suo marcatore diretto chiedeva il cambio perchè non era assolutamente in grado di contenerlo!


Credo che mai come quella volta l’Appiani sia stato un’arena: ricordo addirittura Costantino Rozzi che a fine primo tempo, mentre tentava di accedere agli spogliatoi per parlare con la squadra, venne circondato minacciosamente da alcuni tifosi della Tribuna Centrale (!!!) e fu praticamente costretto a tornare al proprio posto… Nel frattempo sia Piacenza che Lecce vincevano, ma tutti continuavano a sperare… Anche la ripresa fu un autentico assedio, con Lorieri che sotto la Curva Nord parava anche i sassi… A cinque minuti dalla fine Gabrielli trova il pareggio per i biancoscudati, e l’Appiani diventa un vero e proprio inferno… Non si capisce più un cazzo e Lorieri compie l’ennesimo miracolo su Galderisi. Calcio d’angolo, cross di Longhi per Montrone che di testa in tuffo butta dentro il pallone del 3-2. BOLGIA TOTALE!!! Per un bel pò non si capisce più un cazzo, pare addirittura che il Piacenza stia perdendo a Cosenza e che siamo in serie A… Non sarà così… Finisce con le lacrime di Di Livio, di Galderisi, di gente che per quella maglia aveva dato tutto…
A questo punto i miei ricordi diventano più offuscati: stavo uscendo dallo stadio, quando vedo migliaia di persone sbandare ed indietreggiare dietro la carica dei blu che vengono avanti manganellando a più non posso… Non ho mai capito il motivo di quella carica, probabile che ci fosse qualcuno che voleva arrivare dagli ascolani, altrettanto probabile che volessero sgombrare la zona dai tifosi visto che da li a poco sarebbe partito il corteo dei fedeli di Sant’Antonio (era il 13 giugno)… Ricordo solo che arrivo di corsa davanti il baretto, quindi ci si compatta tutti e parte una controcarica, sassi e bottiglie contro la sbirraglia che ora indietreggia… si va avanti così un bel pò, mentre i fedeli si radunano all’esterno della Basilica di Santa Giustina e vi lascio immaginare le loro facce… Caricone finale con centinaia di ragazzi bardati che praticamente travolgono i fedeli, che vengono successivamente travolti da una seconda di cani blu ringhianti… Chissà se avranno avuto una preghiera per noi! Assieme a molti altri riesco a raggiungere le giostre in Prato della Valle, mentre alcuni finiscono la loro domenica fra le mani dei blu!
Dopo aver tolto sciarpetta e cappello ed essermi chiuso il giubbotto davanti (la maglietta comprata a Reggio Emilia lo stesso anno spiccava eccessivamente!), mi mescolo innocentemente al pubblico delle giostre, quindi dopo un pò e pensando che la situazione si sia calmata raggiungo il tizio da cui mi ero fatto dare un passaggio al CUS, dove avevamo lasciato il motorino. Facciamo appena in tempo a fare cento metri in via D’Acquapendente che subito una volante ci taglia la strada: veniamo invitati a scendere e messi al muro, mentre uno degli sbirri che ci hanno fermato sostengono di averci visti nel bel mezzo dei casini. Io ed il mio socio veniamo identificati e ci vengono “promesse” diffida e denuncia, il classico metodo utilizzato un tempo per mettere paura ai ragazzini. Ci riusciranno cmq, per un paio di settimane rimasi con la paranoia di intercettare tutte le lettere che arrivavano a casa! Nei giorni immediatamente successivi ci furono molte polemiche per il comportamento della celere, sia da parte padovana (per via della carica alle giostre, dove pare fosse stata fermata anche gente che non era nemmeno andata alla partita), sia da parte ascolana (coi quali gli sbirri ebbero un feroce scambio di discussione in stazione…). I nostri nomi finirono presto nel dimenticatoio, anche se era naturale avere i primi giorni un bel pò di strizza… Fra sequestro del motorino, ed il trattamento subito nel dopopartita, quel week end persi molto di più che la serie A!

Fonte | Padova Sud per padovasiamonoi.splinder.com/ | Andrea Moretto per TgPadova.it