Dal Canto al Mattino: “Non credo alle voci che il calcio scommesse abbia determinato il nostro risultato finale”

PADOVA (…) «In 20 anni, giocando e allenando, non mi era accaduto di trascorrere un’estate fermo, senza il contatto con il campo». Parola di Alessandro Dal Canto in vacanza a San Teodoro, in Sardegna, e sempre a libro-paga di Cestaro (contratto sino al 30 giugno 2013). Dal Canto, il calcioscommesse ha segnato pesantemente l’esito della vostra stagione? «Difficile dirlo, perché non ho la prova provata che, nei cinque mesi in cui si è molto vociferato su indagini e coinvolgimenti vari, la squadra ne abbia risentito. Chi era coinvolto è normale che abbia patito un certo disagio: quando leggi che s’indaga su di te, non puoi essere sereno, mi sembra ovvio. E non dimenticate che persino Cacia è stato chiamato a Roma per chiarimenti relativi ai suoi trascorsi nel Piacenza. Noi attraversavamo un momento delicato e questo è successo prima del tracollo con il Pescara». Ma lo spogliatoio come ha reagito? Ora può anche rivelarci se qualcuno era turbato per avere compagni, diciamo così, “chiacchierati” . «No, nessuno ha voltato le spalle a chi era indagato. Io per primo ho avvertito stima e fiducia da parte degli altri nei confronti dei vari Ruopolo, Bentivoglio, Milanetto e Italiano. Non ho mai notato nulla di strano, nè a Bresseo nè altrove. Quando vivi tutto l’anno fianco a fianco con queste persone, riesci a “pesarle” in tutti i sensi. E non ci sono state reazioni diverse da una comprensibile e totale solidarietà». Eppure, ad un certo punto del girone di ritorno, non siete stati più tranquilli… «Vero, gli ultimi due mesi sono stati da caduta libera, ma non vedo un nesso particolare tra le notizie sul coinvolgimento nelle varie inchieste dei miei o le audizioni di alcuni di loro in Procura Figc e i risultati del campo. Non faccio dietrologia, non voglio credere che le “voci” possano aver inciso in modo determinante sul nostro mancato risultato finale». Quale altra spiegazione si è dato, allora? «Ho avuto annate esaltanti da giocatore, altre fallimentari. Non sempre c’è una causa precisa. Avevamo una buona squadra, ma nel costruirla, e qui mi prendo tutte le responsabilità, si sarebbe potuto fare delle scelte all’inizio più funzionali al modulo. Poi a Grosseto, con i due gol presi in 3 minuti, sono naufragate le nostre certezze. Non è semplicissimo da spiegare, ma le componenti di un risultato negativo sono state tante. Sì, inconsciamente, anche il calcioscommesse». Un’ultima cosa: cosa pensa dei tre giocatori sospesi? «Mi spiace per loro, tantissimo. Con “Ciccio” ho giocato, con Bentivoglio il rapporto è stato esemplare, Italiano è una persona perbene. Non riesco ancora a credere di non rivederli più in campo».
Fonte | Stefano Edel per Il Mattino di Padova