Gazzettino: Dal Canto come Rocco, parola di psicologo

Alessandro Dal Canto come Nereo Rocco. Sergio Muraretto, psicologo con studio all’Arcella in via Bonazza, nonchè grande tifoso del Padova (e dell’Inter) lo aveva ipotizzato in tempi non sospetti, subito dopo il vittorioso esordio del tecnico vicentino a Pescara. Ma da dove è derivata e deriva questa sicurezza in tempo reale, espressa prima del più grande filotto di risultati mai ottenuti da un allenatore del Padova in 101 anni di storia, con 11 vittorie, 7 pareggi e una sconfitta?
Muraretto va a ritroso nel tempo: «È una questione di nuova atmosfera, di percezione nell’aria. Premetto che non ho ricordi di Rocco, perchè ero troppo piccolo. Lo spazio sociale del calcio allora era una parrocchia, nel mio caso quella di Santa Giustina in Colle. Possedevo due magliette – Padova e Inter, acquistate da Valle Sport – legate da un tifo uguale, da una emozione solenne e sacrale. Per quaranta anni queste percezioni sono rimaste sepolte». E adesso? «Quando vado a trovare i nonni delle mie due bambine, vedo fuori dal bar una lavagnetta in cui è scritto “qui si può vedere la partita del Padova”. E osservando il comportamento della gente, rivivo le stesse emozioni che Rocco aveva suscitato in me».
Ci tracci l’identikit di Dal Canto. «Possiede la stessa genialità del “Paron”. Agisce con enorme semplicità, non sente la pressione, la vive anzi in maniera naturale come un gioco e una passione, interpreta il calcio in maniera pulita, esaltandone la bellezza. Un grandissimo talento spinto da una incredibile forza interiore. Non si scompone mai, è intelligente e mai volgare. I giocatori sono sempre motivati perchè tutti partecipano alla causa del Padova. È riuscito in sostanza a dare grande importanza allo sport, sollecitando nei tifosi la passione per la squadra».
Dal Canto dove porterà il Padova? «Vincerà il campionato con 4-5 punti di vantaggio sulla seconda, lasciando una traccia nella storia biancoscudata. E spero che rimanga a Padova almeno un anno, confidando che poi vada all’Inter. Ha una grandissima personalità. L’unico punto di domanda potrebbe essere dato da un eventuale calo di concentrazione, ma lui possiede la capacità di prevenire o gestire la situazione». Quanto è importante la figura di uno psicologo in una squadra? «Da tanti anni seguo giovani che accusano disagi nei rapporti con allenatori che non li fanno giocare o non li incoraggiano. Dal Canto sa tenere un gruppo, possedendo una grande dimensione umana e – ripeto – personalità».


Fonte | Il Gazzettino