Il ricordo del Capitano Aurelio Scagnellato a 3 anni dalla sua scomparsa

Oggi ricorre il terzo anniversario della scomparsa del più grande biancoscudato di sempre, Aurelio “Lello” Scagnellato.
I tifosi padovani che vogliono sapere il perché noi possiamo andare a testa alta con tutti, vadano a rivedersi la storia di quegli anni; capiranno che molto prima della coppetta del Wcenza o dello scudetto dell’Hellas, NOI DOMINAVAMO IL CALCIO DELLA PENISOLA!! Ciao Lello, grazie di tutto!
Marco Nicolini

Con questo commento si apre su facebook la giornata di oggi, 10 luglio 2011, domenica afosa di Luglio dove molti sicuramente saranno al mare o a caccia di ristoro. Proprio ieri ricorrevano i 5 anni della vittoria dell’Italia al Mondiale del 2006 sanciti con l’addio al calcio del capitano Fabio Cannavaro, sarebbe un delitto quindi non ricordare il Nostro Capitano a 3 anni dalla sua scomparsa. Come spiegare ai più giovani chi era Aurelio Scagnellato? Chi era quel giocatore a cui è dedicata oggi la Sala Stampa dello Stadio Euganeo? Noi di CalcioPadova1910.com, lasciamo il ricordo al racconto realizzato un anno fa da Biancoscudati.net. Ciao Lello!


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Con 349 partite in maglia biancoscudata è il giocatore più importante in cent’anni di calcio a Padova. Aurelio “Lello” Scagnellato è semplicemente “il” Capitano. Un condottiero dall’animo umile, oggi più che mai nel cuore dei tifosi.


Davanti al numero 17 di una villetta all’Arcella si respira un’aria particolare. Alla vista potrebbe sembrare un’abitazione come tante, uguale alle migliaia che affollano il popolare quartiere cittadino. Gli scalini di marmo, puliti da poco, splendono al sole; le tapparelle marroni, abbassate a metà, coprono in parte le veneziane verde bottiglia, che oscurano la vista dell’interno; un grande oleandro in fiore reca ombra al terrazzino vuoto, occupato solo da un bianco e desolato lettino da spiaggia ripiegato su se stesso; sul cancello marrone, davanti alla scalinata, un campanello di plastica non lascia trasparire il nome degli inquilini, perché l’umidità impedisce allo sguardo di penetrare oltre l’involucro trasparente. Ma di fianco ad esso resiste, da chissà quanto tempo, una minuscola targhetta, non più di cinque centimetri di lunghezza, usurata dal tempo, ormai priva della vernice originaria, ma sulla quale si riesce ancora a scorgere il un cognome: Scagnellato. In quella casa, la mattina del 10 luglio di due estati fa
(tre oggi, ndr), si spegneva il nostro grande Capitano (permettetemi di usare la lettera maiuscola).

Aurelio Scagnellato, per tutti “Lello”, ha trascorso una vita al fianco del nostro amato Calcio Padova. Con lo scudo crociato cucito sul petto 349 volte (record tutt’ora imbattuto), il buon Lello ha portato in alto il nome della nostra città. Lui, insieme agli altri “panzer”, sotto la guida del Sior Rocco, nella stagione gloriosa 1957/58 riuscì a centrare l’impresa del terzo posto in Serie A, ad un passo dallo scudetto, che purtroppo finì sulle casacche della Juventus. Di quella formazione, che per i colori biancoscudati rappresenta il massimo traguardo che la nostra Centenaria storia ricordi, Lello era il capitano. Terminata la carriera da giocatore, nel 1964, non fece mai mancare il proprio apporto e la propria presenza alla società, vestendo i panni del dirigente e del direttore sportivo.

La figura di Lello Scagnellato rappresenta la vera immagine di un uomo che non si è mai voluto mettere in mostra, nonostante per le sue doti e i suoi trascorsi ne avrebbe avuta piena facoltà. Alla sua morte, avvenuta il 10 luglio del 2008, per espressa volontà della famiglia non vi furono i proclami che si addicono ad una personalità tra le più eminenti del panorama cittadino, ma l’annuncio venne dato solo ad esequie avvenute. Siamo sicuri che se i funerali fossero stati pubblici, la città, e con lei tre generazioni di tifosi, avrebbero reso il degno omaggio ad un uomo che per sempre segnerà la storia del nostro territorio e del nostro amato Scudo.

Qualche giorno dopo la sua morte l’assessore allo sport Claudio Sinigaglia aveva affermato in un’intervista che a nome del Comune, al pari del Calcio Padova, sarebbe stata promessa una serie di iniziative da parte dell’amministrazione per ricordare Scagnellato. «Lello Scagnellato era sicuramente un simbolo. Ha rappresentato una delle caratteristiche principali della nostra Padova: la concretezza, la determinazione, la forza e la grinta dell’azione. Nessuna voglia di apparire, di annunciare proclami, di inventare fronzoli e ghirigori, ma privilegio invece della sostanza, dell’essenziale, di ciò che è vero».
Sono passati due anni da allora. E in questo periodo ben poco è stato fatto da parte di Comune e Società per onorare la memoria del giocatore più importante che la storia del Calcio Padova rammenti, al di là di ricordi, alcuni più, altri meno dettagliati, per le celebrazioni del Centenario. Al Capitano, ad esempio, è stata intitolata la sala stampa dello Stadio Euganeo, con una iscrizione sull’ingresso corredata da una gigantografia.
Noi, redazione del sito Biancoscudati.net, abbiamo creduto che intitolare il nostro stadio al Capitano sarebbe un gesto ricco di significato. Perché il nome “Euganeo” (o il nome “del Santo”, come proponeva qualcuno di recente) nulla ha a che fare con la nostra storia, che non vogliamo finisca solamente negli annali. E come una volta i tifosi biancoscudati varcavano la soglia dello stadio sotto l’imponente scritta “Campo Comunale Silvio Appiani”, siamo sicuri che sarebbe un’altra cosa arrivare al nostro (relativamente) nuovo, orribile stadio e vedere una gigantesca scritta che ci accoglie: “Stadio Lello Scagnellato”.

Sappiamo bene che l’Appiani era un’altra cosa, che le sensazioni provate all’arrivo in gradinata nord non saranno mai uguali a quelle dell’Euganeo. Ma riteniamo anche che Lello rappresenti (e rappresenterà per sempre) una bandiera, un pezzo di memoria storica, sempre al fianco della squadra, e che per questo debba essere omaggiato come merita. Non sappiamo ancora se all’impianto verranno eseguite le doverose ristrutturazioni, se verrà rifatto dalle fondamenta o cosa. Certo è che entrare allo “Stadio Euganeo” è una cosa, mentre varcare la soglia dello “Stadio Scagnellato”, accolti magari da una sua gigantografia, sarebbe tutt’altra. Quantomeno, sarebbe il segno che del nostro grande Capitano (come è stato, in parte, fatto per Gildo Fattori) non resta solamente un’anonima casetta di una via stretta dell’Arcella, ma un amore e un ricordo che ci lega insieme e che per sempre farà battere i nostri cuori, per sempre bardati di bianco e di rosso.


Fonte | Francesco Cocchiglia per biancoscudati.net

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Giampiero Boniperti (sinistra) e Aurelio Scagnellato si stringono la mano prima della partita Padova-Juventus del 23 febbraio 1958.


Aurelio Scagnellato: nato a Fortezza, 26 ottobre 1930 – morto a Padova, 10 luglio 2008.
Come calciatore nasce nelle giovanili del Plateola fino a passare nel 1950 alla Luparense. Nel 1951 approda al Padova con cui disputerà 349 partite, nessun gol all’attivo. Con Blason, Azzini e Moro fece parte della celebre difesa del Padova soprannominata I Panzer di Rocco che contribuì in maniera decisiva al risultato più prestigioso della storia della società veneta, conquistando il terzo posto nel campionato di Serie A 1957-1958. Ha esordito con la maglia del Padova il 18 novembre 1951 nella partita Fiorentina-Padova persa per 3-1. Il suo ritiro al calcio nel 1964. Nel suo palmares una coppa Italo-Francese nel 1961.
La sua carriera:
1950 – Plateola
1950/1951 – Luparense
1951/1952 – Padova 7 (0)
1952/1953 – Padova 33 (0)
1953/1954 – Padova 32 (0)
1954/1955 – Padova 32 (0)
1955/1956 – Padova 32 (0)
1956/1957 – Padova 30 (0)
1957/1958 – Padova 32 (0)
1958/1959 – Padova 34 (0)
1959/1960 – Padova 30 (0)
1960/1961 – Padova 26 (0)
1961/1962 – Padova 28 (0)
1962/1963 – Padova 32 (0)
1963/1964 – Padova 1 (0)


Dante Piotto