Il Mattino: Mbakogu e Raimondi spiegati da Sabatini

Andrea Raimondi e Jerry Mbakogu sono i due talenti del vivaio biancoscudato in prestito alla Juve Stabia. Il primo padovano puro sangue, classe ’90, ha messo a segno un gol in 10 presenze, il secondo, nigeriano, trasferitosi nel 2004 a Scorzè, è del ’92 e ha già segnato 3 reti in 11 apparizioni. Hanno contribuito alla promozione in B dei campani.

PADOVA Un doppio ritorno all’ovile. Sarà un sabato speciale per Jerry Mbakogu e Andrea Raimondi, gioiellini del settore giovanile biancoscudato, nel quale sono stati svezzati, senza spezzare quel cordone ombelicale che ancora li lega al Padova (entrambi in prestito alla Juve Stabia) e li porterà per la prima volta da avversari all’Euganeo. A Castellammare i gemelli (diversi) del gol stanno confermando quanto promettevano sui campi di Bresseo, dando ragione a chi, soprattutto quando si parla di giovani, raramente si sbaglia. Carlo Sabatini, ci può dire chi ha lanciato i due? «Raimondi l’ho allenato nella Beretti e fatto esordire a 18 anni, in un Padova-Pergocrema di C. All’epoca Mbakogu ne aveva 16 ma lo portavo spesso con la prima squadra. Il debutto in campionato l’ha fatto con Calori, con me ha giocato in Coppa Italia di C».
Quanto è orgoglioso di vederli protagonisti in serie B? «Molto. È una bella soddisfazione ma il merito va al settore giovanile del Padova».
Che tipo è Raimondi? «Andava solo aspettato, sono sempre stato convinto che le sue qualità sarebbero emerse, come sta succedendo. È un attaccante brevilineo e imprevedibile, che fa di dribbling, rapidità e tiro le doti migliori. Appena maggiorenne era troppo acerbo per imporsi in serie C, ora lo vedo più maturo».
In cosa deve migliorare? «Deve irrobustirsi, anche se pure dal punto di vista muscolare mi sembra cresciuto».
Mbakogu invece? «Jerry è una punta dalle grandissime doti atletiche. Quando lo allenavo costruiva tantissimo ma concretizzava poco. Ora è diventato anche più incisivo sotto porta. Sta giocando come esterno di un tridente, ruolo nel quale può esprimere al meglio sfruttando la sua grande progressione. In estate ho affrontato la Juve Stabia in amichevole. Raimondi non c’era, ho visto solo Mbakogu, notando come sia migliorato tatticamente».
Dove possono arrivare? «È ancora presto per dirlo, hanno 21 e 19 anni. Dura fare previsioni, hanno tutto per imporsi in B, poi con la definitiva maturazione si potrà capire se possano ambire ai massimi palcoscenici. Di sicuro, il nigeriano, ha un fisico da serie A».
Il terzo enfant prodige di questa generazione biancoscudata è Pietro Baccolo, che proprio lei sta rigenerando a Frosinone. «E mi sta dando grandissime soddisfazioni. Gioca titolare in un ruolo in cui posso contare anche su interpreti di categoria superiore. Da mezz’ala riesce ad abbinare qualità offensive e difensive. La piazza è entusiasta di lui. È maturato anche di testa».
Rispetto agli altri due, Baccolo è l’unico su cui il Padova non vanta più alcun diritto. Scelta avventata? «Forse sì, ma è sempre difficile fare queste valutazioni. E’ rientrato in uno scambio con il Parma. Se continua così i ducali lo riporteranno a casa».
Segue ancora il Padova? «Come sempre tifo biancoscudato. Sono fiducioso, c’è tutto per far bene».
Complimenti al suo Frosinone primo in classifica. «Grazie, ma è presto, la classifica è corta. Sono contento di quanto fatto finora, non era facile risollevare il morale dopo una dolorosa retrocessione».


Fonte | Stefano Volpe per Il Mattino di Padova